‘Il Muro trasparente. Delirio di un tennista sentimentale’, monologo con interprete Paolo Valerio, in scena da giovedì 9 marzo nel Teatro Nuovo di Napoli.
Una parete di plexiglass tra attore e pubblico e il gioco del tennis come metafora della vita: sono gli elementi de ‘Il Muro trasparente. Delirio di un tennista sentimentale‘, monologo a cura di Monica Codena, Marco Ongaro con interprete Paolo Valerio, in scena da giovedì 9 marzo alle 21 (repliche fino a domenica 12) nel Teatro Nuovo di Napoli.
Presentato da Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Teatro Stabile di Verona, ‘Il muro trasparente. Delirio di un tennista sentimentale’ è una storia d’amore e di passione per il tennis scandita dal protagonista in un match solitario da 1000 palleggi contro un muro di plexiglas sistemato sul boccascena.
Uno spettacolo, sottolineano gli organizzatori, “che fonde i linguaggi del tennis e quelli del teatro in un’esperienza che coniuga passione, divertimento, amore, sfida e si svolge su un campo da gioco. Il pubblico sarà dotato di cuffie per l’ascolto dello spettacolo”.
La storia, tumultuosa, è “commentata” da musiche che, si evidenzia, “appartengono a tutti noi – una colonna sonora che viaggia dagli anni Settanta a oggi -, da emozioni, e immagini di impatto, tradotta in un monologo che è anche un potente match solitario”.
Max, il protagonista, è solo sul palcoscenico e affronta la crisi della sua vita come ha sempre fatto: giocando a tennis. Si misura contemporaneamente con la passione per lo sport e quella amorosa. Gioca, pensa, racconta, si dibatte e, mentre colpisce la pallina, emergono le sue emozioni, le sue ossessioni. Momenti di silenzio si alternano a urla di sfida di un uomo alle prese con gerarchie di sentimenti che travasano l’uno nell’altro.
“Le soluzioni si fanno problemi, l’agonismo dell’innamoramento trascolora nella rivalità tra solitudine e vita. Max scandisce il suo sfogo palleggiando contro il pubblico che osserva protetto da un muro trasparente, trasformando il teatro in un campo da tennis”. Una parete che divide e protegge, inquieta e rassicura, metafora dei fantasmi e delle angosce”. Tradimenti e dubbi ossessivi alimentano il monologo interiore del tennista Max, cui Paolo Valerio, nella scena a cura di Antonio Panzuto e il disegno luci di Marco Spagnolli, da’ corpo e voce.