di Redazione
Napoli – Sono ancora in agitazione i lavoratori del Teatro San Carlo, la cui protesta – sulla quale è intervenuto anche il sindaco de Magistris – ha fatto saltare la serata inaugurale della stagione sinfonica lo scorso week end. L’assemblea permanente continua e i lavoratori chiedono chiarezza sui conti, i debiti del teatro, le incertezze relative ai loro stipendi. Oggi è previsto un incontro con il sindaco.
“Per aver fatto saltare il concerto che inaugurava la stagione sinfonica siamo stati bacchettati da tutti – hanno affermato i lavoratori – eppure un incontro a de Magistris lo avevamo chiesto da tempo, invano. Il 28 sera dovevamo vederlo, ma al suo posto c’era il vicesindaco. E comunque la sospensione del concerto del 28 è stata annunciata dalla soprintendente prima ancora che l’assemblea dei lavoratori si concludesse. Prima ancora che noi decidessimo se interrompere o meno la protesta”.
Fanno sentire la propria voce i dipendenti del Massimo napoletano e spiegano le origini della loro protesta che, pare, affondino in un calderone di fondi da acquisire e probabili debiti da estinguere. Per accedere al fondo previsto dal decreto “Valore cultura”, come accennato dal ministro Bray, il teatro San Carlo dovrebbe essere etichettato come fondazione lirica in dissesto o pre-dissesto, eppure i bilanci sembrano a posto. Dure le affermazioni di Michele Maddaloni, segretario regionale del settore spettacolo della Uil: “mentre l’ex commissario Nastasi e l’attuale sovrintendente Rosanna Purchia parlano di bilanci a posto, il San Carlo finisce nella lista di quelli da salvare”.
Intanto i lavoratori in sciopero parlano di crisi patrimoniale, creditori pressanti e problemi di liquidità e si annunciano preoccupati dalla decurtazione dei loro stipendi, eventualità non trascurabile qualora il Massimo napoletano fosse annoverato tra i teatri italiani in crisi. “Siamo un teatro virtuoso o in dissesto? “ chiedono i lavoratori.
Per fare un po’ di luce sulla vicenda si terrà oggi il consiglio di amministrazione della Fondazione, presieduto dal sindaco Luigi de Magistris, che deciderà in merito al pre-dissesto, che permetterebbe, certo, di accedere al fondo nazionale, ma imporrebbe un nuovo commissariamento del Teatro San Carlo: il sindaco de Magistris, sarebbe, cioè, spodestato dalla carica di presidente e il comune di Napoli perderebbe la gestione del teatro.
L’assemblea permanente dei lavoratori continua. Almeno fino a quando le risposte dai vertici istituzionali non si riveleranno soddisfacenti. “Scaricano sul nostro stipendio l’incapacità di dirigere una Fondazione” dice qualcuno, che lamenta anche “le nostre richieste sono rimaste inevase. Alzare il livello della protesta ci ha permesso di sollevare il caso”.
30 settembre 2013
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