di Redazione
Napoli – Un consiglio di amministrazione durato ben tre ore, dal quale il sindaco de Magistris è uscito scuro in volto. Non cala la tensione al teatro San Carlo, dopo le proteste degli ultimi giorni. Il sindaco non si è fermato neppure a discutere con i dipendenti al termine della riunione: i lavoratori si aspettavano il sostegno dell’amministrazione comunale, ma di fatto de Magistris, che pare essere stato messo in minoranza dal CdA, ha assunto la linea della maggioranza dei consiglieri.
Il decreto “Valore Cultura” è stato, infatti, convertito in legge e, al vaglio del CdA, del San Carlo ci sono le possibilità per il massimo napoletano di accedere ai fondi disposti dal governo nazionale. Nonostante le conseguenze di un eventuale dichiarazione di pre-dissesto – il teatro vedrebbe ridotta la sua autonomia e ridisegnato l’organico – i consiglieri pare non se la sentano di rinunciare a risorse così importanti per il rilancio del teatro. Eppure, sottolineano i lavoratori a margine dell’incontro, preoccupati per il loro futuro, i bilanci presentati negli ultimi tempi risultano in pareggio rendendo il San Carlo un teatro virtuoso. A pesare sul teatro – come ricorda anche il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro – sarebbero soltanto vecchi debiti, “legati al passato”, di circa 40 milioni.
Maurizio Maddaloni, vicepresidente del San Carlo, ha precisato che “non è in discussione se aderire o meno alla legge, perché il San Carlo non può fare a meno di risorse importanti, ma capire come aderirvi”.
Intanto non si ferma la protesta dei lavoratori che, nonostante l’invito del CdA – che ha richiesto “l’impegno unanime affinché vengano salvaguardati i livelli occupazionali e salariali”, chiede che si tornino a svolgere regolarmente tutte le attività del teatro” – gridano al “tradimento” di fronte al mancato sostegno del sindaco de Magistris e promettono nuove manifestazioni di protesta. Dura la conclusione di Maurizio Maddaloni alla stampa: “oggi il presidente della Fondazione ha registrato le ragioni di noi tutti… C’è l’invito, per il futuro, ad evitare prese di posizione individuali, fughe in avanti non concordate col cda”.
4 ottobre 2013
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