
Nella stanza di Enza ondeggiano le ombre. All’improvviso si accendono ricordi. Arrivano i fantasmi: Virginia Woolf, Natalia Ginzburg, Alda Merini, Cenzina, Polina, Sibilla Aleramo, Emma, Costanza. “Racconta” le dicono e sulla carta le vede danzare, muoversi col loro corpo, il loro sangue colora le parole che s’incendiano di vita. La stanza della scrittura accoglie altre stanze, in un viaggio tra immaginazione e realtà, diventa la stanza dell’infanzia e del lessico famigliare, la stanza della guerra e delle Quattro Giornate di Napoli, la stanza del manicomio, la stanza di via Margutta dove Sibilla Aleramo vive i suoi ultimi anni.
Vincenza Alfano ci porta nella sua stanza, ci lascia varcare la soglia per assistere al miracolo dell’immaginazione. Ma, una volta entrati, dovrete tenere chiusa la porta, perché “se una al donna vuole scrivere deve avere una stanza tutta per sé”.
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