Una scuola di musica e un museo nel nome di Pino Daniele per rilanciare il Teatro Trianon. E’ questa la richiesta di sindacati e cittadini riuniti oggi dalle 15 in un sit in nel teatro sito a Forcella. Alla manifestazione era prevista la presenza anche di alcuni parlamentari e musicisti.
Esigenze sociali e culturali.
“L’iniziativa di oggi serve a rafforzare la nostra richiesta per rilanciare il teatro Trianon. L’esigenza primaria è quella di garantire lo stipendio ai suoi lavoratori, ma c’è anche un’esigenza di tipo culturale, per tutto quello che il teatro Trianon ha rappresentato e rappresenta per i cittadini napoletani. Come sindacati, CGIL CISL e Uil, chiediamo di risollevare le sorti della struttura intitolandola a Pino Daniele, uno dei simboli della canzone napoletana, facendone una scuola di musica e un museo dedicati alla sua memoria”. Lo ha dichiarato Gianluca Daniele, Segretario CGIL di Napoli.
Dello stesso avviso anche Franco Tavella, Segretario generale CGIL Campania: “Il teatro Trianon è in evidente difficoltà. Con la nostra idea speriamo di dargli nuovo lustro, in modo che Napoli e in particolare Forcella, il quartiere che lo ospita, non perdano un importante presidio di legalità e di cultura”.
La scuola in nome di Pino solo il primo passo.
Scongiurata l’ipotesi, grazie al vincolo di destinazione imposto dalla soprintendenza, che la struttura potesse essere “convertita” per altre attività, ora viene chiesta la sua riapertura e il suo rilancio, ed un impegno attivo della Regione e delle altre istituzioni. “Purtroppo oggi mancano proprio le istituzioni. La scuola intitolata a Pino Daniele è sicuramente un primo grande passo, ma che deve essere accompagnata da una gestione efficiente del teatro, che negli ultimi tempi non c’è stata”, sottolinea Luciano Quagliozzi, Direttore di palcoscenico del teatro Trianon, “Oggi abbiamo tanti problemi, dalla mancanza di una programmazione e di una campagna abbonamenti a problemi di agibilità, per citarne alcuni. E pensare che fino al 2006 la struttura funzionava perfettamente, poi il tracollo”.