Nel novero nazionale della didattica della danza, quest’anno abbiamo approfondito la tecnica classica trasversale ai corsi di danza così come appresi dall’Accademia Nazionale di Danza. Una chiacchierata con Marina Magurno, protagonista del suo territorio (Baronissi, in provincia di Salerno ndr) ma con le radici ben piantate a Roma e nell’intero mondo della danza. Dalla capitale, del resto, la nostra interlocutrice ha mosso i primissimi passi istituzionali nei locali storici dell’Accademia prima di sviscerare l’intero parterre di maestri di fama nazionale ed internazionale per chiudere il cerchio della formazione.
“Un cerchio che in realtà non si chiude mai – aggiunge Marina Magurno – con aggiornamenti costanti nel tempo che impreziosiscono e rinverdiscono ogni volta il proprio lavoro”.
Del resto i nomi di Zarko Prebil, Joseph Fontano, Francesca Corazzo, Elisabetta Terabust, Luciano Cannito, Margherita Trayanova, Irina Trofimova, Mami Raomeira, Mikhail Berkut, Victor Litvinov, Ricardo Nunez e Ronald Vogel sono alcuni dei nomi che hanno segnato il solco della preparazione e della professionalità di Marina Magurno, specializzatissima in tecnica classica con tesi sulla didattica dei corsi di propedeutica.
Una scelta immaginata e resa concreta negli anni con un ensemble che a Baronissi ha scritto le pagine della danza più rilevanti. Formazione e professionalità completate ancora e sempre presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma ma poi anche al Teatro di San Carlo di Napoli, al Teatro Alla Scala di Milano, all’Accademia Coreografica Agrippina Vaganova di San Pietroburgo, al Centro International de Danse di Rosella Hightower di Cannes ed alla Scuola estiva di Varna.
Il girovagare per il mondo ed il mondo della danza di ogni giovane appassionata ed addetta ai lavori comprende l’incontro con artisti, colleghi, studenti, maestri e tutto il personale coreutico al servizio di Tersicore, musa ispiratrice di tutti!
“Ricordo i miei due incontri con Rudolf Nureyev a Napoli – ci racconta a tal proposito la Magurno – e da lì ho preso spunti ed energia per tutto il resto della mia vita danzante. Un personaggio così ti cambia inevitabilmente la vita e la danza. Incarnava perfettamente l’essere uomo e danzatore in un tutt’uno. Un incontro che porto nel mio cuore come tutti i cimeli che mi ricordano di quei due momenti distinti.”
La danza acquisita negli anni da Marina Magurno ha prodotto uno spettacolo assolutamente buono per tutti i gusti e tutte le stagioni, con gli spartiti di Johann e Josef Strauss attraverso i nobili titoli di “Sul bel Danubio blu”, “Prego, prego!”, “La musa danzante”, “Sangue viennese” e “La libellula”. Con anche un riferimento al grande nome della danza del Novecento George Balanchine con ben cinque titoli: “Mozartiana” di Ciaikovskij con una prima protagonista della serata Sofia Fiorillo, “Union Jack” con musiche varie arrangiate da Hershy Kay, “Symphony in C” di George Bizet con in scena l’altra protagonista della serata Chiara Roberto, “Stars and stripes” di John Philip Sousa ed il pas de deux tratto da “Who cares” di Georges Gershwin con Federica Elia. Un programma balanchiniano proprio quando al Teatro di San Carlo di Napoli a breve si celebrerà “Serenade” di un coreografo sempre più amato in ogni latitudine del mondo della danza e non solo.
Non è mancato tuttavia un riferimento al repertorio contemporaneo dedicato a Franco Battiato con le coreografie “Orizzonti perduti” a cura di Simone Liguori. “Sulla scorta di due testi scritti da Maurizio Landi sulle donne e sulle città – ci spiega e chiosa Marina Magurno – questo mio progetto ha visto coinvolto il coreografo Simone Liguori per raccontare gli orizzonti non realizzati di donne e città. La presenza in scena del coreografo ha senz’altro arricchito il valore artistico del titolo in una serata che, come sempre, abbiamo voluto riempire di contenuti”.