di Francesco Monaco
77 anni dopo Fred Perry Wimbledon torna ad eleggere un campione britannico. Digerita la bruciante sconfitta nella finale 2012, contro Roger Federer, Andy Murray piega il n.1 al mondo Novak Djokovic e spezza finalmente la “maledizione dei Championships”, quasi otto decenni di dominio straniero.
6-4/7-5/6-4 il risultato finale, dopo più di tre ore di gioco. Un trionfo speciale, che forse oscura in parte anche la medaglia d’oro olimpica conquistata lo scorso anno sempre sull’erba del Centre Court dell’All England Lawn Tennis Club di Londra, dove si disputa il torneo più importante del panorama tennistico.
«Non ho ancora realizzato cosa è successo. Non so neanche quanto sia durato l’ultimo game». Queste le prime parole da vincitore di Andy. «L’anno scorso è stato uno dei momenti più brutti della mia carriera ma sono riuscito a reagire e oggi sono qui da vincitore di Wimbledon»
Nulla da fare per Djokovic, grande favorito della vigilia. Per il serbo fatale sopratutto la lunga semifinale giocata contro Del Potro, vinta al termine di cinque set. «Mi congratulo con Murray. Io ho dato il massimo, ma lui ha meritato di vincere».
Dopo gli US Open dello scorso anno, per Murray si tratta della seconda vittoria in un torneo dello Slam, sicuramente la più importante. La speranza di tutto il Regno Unito è che non sia l’ultima.