Tentata estorsione a Clementino, arrestato neomelodico

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Tre persone, ritenute responsabili di tentata estorsione a Clementino sono state arrestate dalla Polizia di Stato. Secondo quanto emerso dalle indagini, il cantante sarebbe stato costretto, anche attraverso minacce nei confronti suoi e di suoi familiari e componenti del suo staff, ad avviare una collaborazione artistica con Enzo Di Palma, un cantante neomelodico di Palma Campania (Napoli), che figura tra i tre arrestati.

Il rapper Clementino, comunque, non ha mai avviato la collaborazione artistica con il neomelodico ora ai domiciliari insieme ad altre due persone coinvolte nel tentativo di estorsione.

Le tre persone arrestate avevano – secondo quanto riferisce la Procura di Nola (Napoli) – anche minacciato il cantante di sequestro, e speronato l’auto sulla quale viaggiava con il proprio staff, nel tentativo di convincerlo alla collaborazione artistica con uno degli arrestati, un neomelodico noto con lo pseudonimo di Enzo di Palma. I tre, Vincenzo Carbone (20 anni), il cantante che voleva avviare la collaborazione con Clementino, insieme con suo padre Massimo (53 anni) ed il fratello 26enne Luigi, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini coordinate dalla Procura di Nola, e svolte dalla Squadra Mobile di Napoli, al diniego del rapper di incidere un brano con il neomelodico, lo hanno ripetutamente minacciato. Minacce rivolte anche al padre ed allo zio factotum di Clementino, oltre ad alcuni componenti dello staff. Telefonicamente i tre avevano più volte minacciato Clementino ed i familiari, affermando anche che lo avrebbero sequestrato nel caso in cui non avesse ceduto alla collaborazione artistica. Gli inquirenti hanno anche accertato un tentativo di speronamento dell’auto sulla quale viaggiava Clementino ed il suo staff avvenuto a novembre del 2015, da parte dei Carbone, e successivamente il rapper aveva anche subito un parziale incendio della propria autovettura. Gli arrestati sono stati rintracciati nelle proprie abitazioni a Palma Campania dai poliziotti della Squadra Mobile di Napoli e posti agli arresti domiciliari.