Continuano, i roghi tossici, giorno e notte, nella Terra dei Fuochi. Il dibattito in Campania adesso è incentrato sulle avventure post elettorali del nuovo presidente della Regione Campania, occupando le attenzioni di tutti i soggetti politici e gli organi di informazione, i quali dedicano poco spazio alle perpetue somministrazioni di veleno ai danni dei cittadini, che non vedono spiragli di luce.
La Terra dei Fuochi è un buon cavallo di battaglia durante le elezioni, però, come dice il brocardo popolare, passato il santo passata la festa. Allora nei pressi dei campi abitati da nomadi, nelle campagne, sotto i ponti anneriti di cemento armato, vicino le abitazioni si dà fuoco ai rifiuti, non di rado speciali e pericolosi, tossici. Quello che viene depositato la mattina lo si respira la sera, e ogni giorno è così, senza sosta.
Sono anni che si parla di Terra dei Fuochi, presidio del territorio, di esercito; sono anni che chi di dovere conosce dove si appiccano gli incendi, ma non interviene. Lo Stato, attraverso i suoi organi, è assente, non sente, non vede. Chi abita in questi luoghi e ha il dovere di lavorare per proteggere i cittadini, non respira anch’egli, insieme ai suoi figli, questa sporcizia? Sono forse immuni da tumori e leucemie? Intanto la gente muore, i funerali con piccole bare bianche sono all’ordine del giorno.
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