Dopo i tragici fatti di Parigi, i controlli per prevenire ed evitare atti di terrorismo a Napoli si sono intensificati, come in tutto il Mondo. L’attività lavorativa delle forze dell’ordine è, quindi, sensibilmente aumentata. Lavoro per nulla facile, soprattutto considerando che, nel capoluogo campano, il numero degli extracomunitari si aggira intorno alle 50 mila persone. Il primo passo è stato fare il punto sui luoghi più a rischio di possibili attacchi terroristici, poi, rintracciare le cosiddette “cellule dormienti” dell’ISIS, ovvero risiedenti già da tempo sul territorio.
Proprio durante questo percorso, gli agenti della Digos e i militari del Ros hanno portato alla luce attività sospette in tre moschee cittadine: la moschea del corso Arnaldo Lucci, la più grande, quella di piazza Mercato e quella di via Enrico Cosenz. L’analisi di questi luoghi di culto ha portato all’attenzione degli investigatori 16 ragazzi maghrebini. Tutti di età compresa fra i 20 ed i 35 anni, e orbitanti intorno alle zone comprese tra il Borgo Sant’Antonio Abate, la Ferrovia e piazza Mercato.
Attualmente questi sospetti, non hanno nessuna base certa, ma ci sono stati episodi che hanno fatto accendere un campanello d’allarme. Come, ad esempio, il fatto che alcuni di loro avrebbero deliberatamente espresso sostegno a recenti attacchi terroristici dello Stato Islamico. Nel frattempo, sono stati intensificati anche i controlli nel porto, in riferimento agli sbarchi costanti.
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