Due mesi, ovvero da quando i primi missili russi hanno colpito il suolo ucraino che il mondo teme una guerra più ampia, evocando lo spettro di una terza guerra mondiale
Due mesi, ovvero da quando i primi missili russi hanno colpito il suolo ucraino che il mondo teme una guerra più ampia, evocando lo spettro di una terza guerra mondiale. Ne parla la gente comune, scongiurandola o forse non avvertendo la sostanza di quello che potrebbe essere, ne parlano i politici, gli stessi, portavoce delle nazioni direttamente ed indirettamente coinvolte nel conflitto.
Anche l’arrivo del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres a Mosca, non ha stemperato i toni, anzi il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov, fa balenare lo spettro di uno scontro allargato come possibile ritorsione alle forniture di armamenti occidentali, legittimando un qualsiasi attacco a convogli di nazionalità non ucraina che trasportano armi antirusse.
Non da meno il britannico Boris Johnson che giustifica l’eventuale utilizzo ucraino in territorio russo degli armamenti militari da loro forniti. Intanto, a Ramstein, sempre in Germania, si riuniscono una quarantina fra ministri della Difesa del fronte occidentale per decidere come continuare a sostenere le Forze armate ucraine davanti all’offensiva russa nell’Est.
Il capo del Pentagono, Lloyd Austin, ha coordinato il vertice, che diventerà una consultazione mensile, altro segno del probabile prolungamento delle ostilità. E chissà che tra qualche mese non possano parteciparvi anche nuove nazioni entranti come Svezia e
Finlandia, decennali paesi neutrali che per loro scelta hanno deciso una neutralità tecnica
manifestatasi durante la guerra fredda. Ancora, permangono sullo sfondo, tutte le ritorsioni
economiche tra Russia e Ue da un lato, e la ricerca di nuovi partner sia economici che militari per entrambi, ed il gas, la materia prima e principe della contesa, che comincia ad essere staccato a Polonia e Bulgaria.
Perché parlare di terza guerra mondiale? Dove è il gioco sillogico nel ritrovare negli attori moderni, i novelli Hitler, Churchill, l’Asse e gli Alleati o ancora scovare le nuove Alsazia-Lorena ed un nuovo corridoio di Danzica? E’ sicuro che nel marasma di informazioni, quelle pubbliche e condivise da milioni di click ci sia solo una minima parte di quello che ad alti livelli militari e strategici sono informazioni riservate e classificate, che solo le conseguenze e le decisioni prese ci danno la cifra di come si stia concependo questo conflitto e la risposta alla ragione per cui questo sarà un conflitto più lungo del previsto.
La Russia, non lo avevamo compreso, ma da tempo si era preparata al conflitto perché già lo sentiva come tale contro l’Ucraina, ma i paesi occidentali e la Nato no, essi hanno forse inconsciamente o colpevolmente sonnecchiato.
La leggerezza o meglio l’uso in determinate circostanze dell’evocazione dello spettro della terza guerra mondiale sta evocando la ricerca spasmodica di alleati, approvvigionamenti militari (non ultimo la Russia ha siglato accordi politici e militari con Mali e Camerun), materie prime per cui il mercato mondiale sta conoscendo variazioni nella domanda e nell’offerta e c’è molto da riflettere che come sempre nella storia, il destino di milioni di persone è in mano a pochi e che il particolare interesse ha la meglio sul valore della vita e sulla previsione di conseguenze, che a ben dire, e non è retorica nel mondo nucleare, sono di distruzione della civiltà umana.
Luigi Casaretta