L’inchiesta sulle verifiche fiscali truccate che ha travolto alcuni ufficiali della Guardia di Finanza ha anche portato alla luce un altro losco giro d’affari, quello della “compravendita” delle risposte ai test di Farmacia. Un giro che coinvolge l’imprenditore farmaceutico Nazario Matachione, già indagato nell’altra inchiesta sulle verifiche fiscali ritoccate, un funzionario della Regione Campania, Umberto Celentano, nonché il presidente dell’ordine dei Farmacisti Vincenzo Santagada e Aniello Esposito, responsabile della segreteria studenti della Facoltà di Farmacia della Federico II.
Un intreccio perfetto che garantiva a tutti il proprio tornaconto, e che è stato svelato grazie alle intercettazioni telefoniche sui telefoni di Matachione prima e di Celentano poi. Il funzionamento era semplice e efficace: qualcuno (si presume proprio Aniello Esposito, ma i carabinieri stanno ancora indagando per accertare altre eventuali responsabilità) dall’interno dell’università trafugava le domande con relative risposte ai test di ammissione a Farmacia girandole al funzionario regionale Celentano. Dalle sue mani le risposte passavano a quelle di Matachione, che le “smerciava” tra i suoi amici più fidati, che gliele chiedevano per i loro figli.
A supportare la tesi degli inquirenti ci sono, appunto, le intercettazioni telefoniche. Alcune sono davvero molto eloquenti: ad esempio, c’è la telefonata tra Umberto Celentano, funzionario regionale, e Nazario Matachione, risalente al 27 agosto, in cui Celentano, dopo aver chiesto a Esposito quale sarà la data dei test di ammissione a Farmacia, gli dice: “Allora ti devo venire a trovare? Ti vengo a trovare un poco dai, ti devo portare un po’ di vino”. Un po’ di vino (magari inteso in senso figurato?) in cambio delle risposte corrette alle domande dei test? Gli inquirenti credono di sì.
E la prima tappa del viaggio illegale dei quiz di Farmacia viene alla luce. Poi, ancora, c’è un’altra telefonata, quella tra Celentano e l’imprenditore Matachione, datata sempre 27 agosto, in cui si fa espresso riferimento ai “test di Farmacia previsti per il 2 settembre”, che permette di ricostruire ulteriormente il giro di corruzione: durante questa conversazione Matachione chiede a Celentano: “Mi dai le…? Ci pensi tu?”. Celentano risponde: “Va bene”, e Matachione: “Quando le avrai?”. “Non lo so” dice Celentano, “domani devo sapere qualcosa!”. “Va bene, va bene. Appena… appena… mi servono a me” chiude l’imprenditore.
A spiegare a cosa gli servono le risposte alle domande ai test di Farmacia c’è un’altra telefonata ancora: i protagonisti sono Matachione e un certo dottor G., medico di base che ha contattato l’imprenditore farmaceutico per chiedergli la sua intercessione in favore del figlio, il quale sta per affrontare i famigerati test di ammissione a Farmacia. La telefonata risale all’11 settembre, data successiva quindi al giorno dei test. A telefono, Matachione rimprovera l’amico “con far apparentemente ironico”, scrive il gip Gallo nell’ordinanza di custodia cautelare, per non averlo nemmeno ringraziato. “Neanche a dire grazie, cose… niente, andiamo a vedere”. E il medico, con tono di scusa: “No, non fare il monellone. Io a parte che finora non ti ho chiamato perché aspettavo i risultati…“ inizia a giustificarsi il dottor G., ma Matachione lo blocca subito: “ma cioè, i risultati. Ma i risultati erano scontati, scusami!“. Già. Visto che glieli aveva (presumibilmente) passati lui.
A inchiodare ulteriormente gli attori del giro di corruzione è la telefonata fatta dal figlio del dottor G. alla mamma subito dopo aver sostenuto i test di ammissione a Farmacia. Il ragazzo dice alla madre di aver risposto bene a sessanta domande su ottanta, “sicuramente 55, poi le altre 5 non lo so”. “Ma quante ne servono per passare?” chiede la donna. “Trentacinque, quaranta” risponde il ragazzo. E lei, rassicurata: “Ah, quindi ci dovresti entrare…”. La casa dove vive il ragazzo è stata perquisita in cerca di ulteriori dettagli che possano far luce sulla faccenda. Che in verità, già così com’è, risulta fin troppo chiara.
Lo scandalo dei test di Farmacia truccati ha suscitato la rabbia e la reazione degli studenti che la loro ammissione alla Facoltà di Farmacia e alle altre facoltà a numero chiuso se la sono sudata. Ieri un gruppo di circa 20 studenti del Laboratorio Sciopero e Informazione ha occupato i locali del rettorato della Federico II in segno di protesta dopo lo scandalo sollevato dalle intercettazioni telefoniche.
I ragazzi hanno chiesto di poter incontrare il rettore per chiedere spiegazioni sull’accaduto, e all’esterno della struttura hanno esposto degli striscioni che spiegano le motivazioni del loro gesto: “Test truccati a Farmacia, questa è la vostra meritocrazia” e “No al numero chiuso”. Il 14 novembre prossimo, per protestare contro questa e altre cose che non vanno all’interno dell’Università, gli studenti hanno indetto uno sciopero, che farà eco alla mobilitazione generale degli studenti, prevista per domani 24 ottobre.
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