Tornano Real Housewives di Napoli, come se non avessimo già abbastanza problemi (e pregiudizi)

Tornano Real Housewives di Napoli e con loro l’immagine di una città che fomenta il pregiudizio e i luoghi comuni: un modo di apparire che andrebbe estirpato, ma che qualcuno continua a cavalcare.

Dopo il debutto su Dplay e su Real Time della prima stagione (nel cast c’era anche Noemi Letizia, ora giovane signora borghese e mamma di tre bambini), tra fine 2019 e inizio 2020, le scatenate signore della upperclass napoletana raccontate nel docureality “The Real Housewives di Napoli” tornano per nuove avventure, liti, feste, confronti, sfide, problemi, ‘ritocchini’ e maratone di shopping, con la seconda stagione dal 9 aprile in esclusiva su Discovery+ .

Adattamento del famoso format statunitense nato nel 2006, basato su un mix di reality, soap e ironia antropologica, questa versione italiana è realizzata, con la sua società, la Ftm Entertainment da Fatma Ruffini, protagonista della tv italiana, produttrice e ideatrice in carriera di decine programmi cult di Mediaset, da Ok il prezzo è giusto a Stranamore, da Karaoke a Casa Vianello, passando per Scherzi a parte o Camera cafè.

Per la versione italiana diThe Real Housewives “abbiamo deciso di fare il casting a Napoli, perché oltre a essere una città meravigliosa, è ricca di persone estroverse e piene di invenzione”. Le signore scelte “sono tutte una diversa dall’altra. Non sono casalinghe classiche, ma hanno una famiglia, una vita, una professione e vivono in un mondo che può far sognare”.

Insomma, è tutto pronto per una deformazione della realtà che mostrerà ciò che di Napoli si vuole far vedere, aumentare i pregiudizi nei suoi confronti e palesando una napoletanità che andrebbe estirpata: cosa che qualcuno proprio non vuole fare. Ciak in campo, si va in scena: e speriamo bene (o male, a seconda dei punti di vista e dei dati auditel).

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Francesco Monaco

Napoletano, giornalista, autore del romanzo 'Baciami prima di andare'. A tratti sognatore e pensatore. In attesa di capire il resto, forse di niente

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