Troppe attività storiche a Napoli chiudono: colpa della crisi

Dalla fine dello scorso anno, troppe attività storiche di Napoli stanno chiudendo. Per quale motivo?

0
1136

L’ecatombe di attività commerciali, a volte secolari, che hanno dato alla nostra città un’identità ben precisa e che hanno segnato intere generazioni, stenta a fermarsi. La crisi non ha pietà per nessuno ed è riuscita a mettere in ginocchio colossi che sembravano invincibili.

Nessuno di noi avrebbe mai immaginato, ad esempio, che un perno della cultura partenopea, la Libreria Guida a Port’Alba, avrebbe un giorno chiuso i battenti; molti di noi, se non quasi tutti, durante gli anni scolastici delle medie e del liceo abbiamo almeno una volta comprato libri in quella storica libreria alla quale non mancava mai nulla. Era addirittura l’ultima spiaggia per chi non aveva trovato in nessun altro posto i manuali universitari più rari. Ma la Libreria Guida, purtroppo, non è l’unica vittima di questo triste periodo di crisi; l’ultima attività che ha smesso di allietare i napoletani è la gelateria Remy Gelo ferma da febbraio e la cui riapertura è ancora in dubbio. A riempire le fila delle attività commerciali importanti della nostra città, poi, non possiamo dimenticare il Cinema Arcobaleno al Vomero e il Ristorante Sbrescia a Posillipo. Si fermerà prima o poi questo terribile crollo di certezze?

Il fallimento “culturale”

Una palestra. Questo è quello che sostituirà la Libreria Guida nell’edificio del Vomero, che ha chiuso precedentemente a quello di Port’Alba in cui è stata per quasi un secolo. Ovviamente, la chiusura di una tale attività è prima una perdita culturale che economica. L’81enne Mario Guida ha ammesso che negli ultimi anni sono riusciti ad andare avanti “facendo i salti mortali“, ma che lo scorso novembre la situazione è diventata davvero insostenibile ed ecco la decisione, dolorosa, di chiudere l’attività rimasta aperta per ben 95 anni e non è nemmeno stata la prima a chiudere a Port’Alba.Pensare che di librerie Guida ce n’erano addirittura sei solo a Napoli, e piano piano sono sparite tutte. Ma com’è stato possibile? La filiare al Vomero fu chiusa soprattutto per l’enorme aumento dell’affitto dell’edificio in cui era ospitata la libreria, ma per quanto riguarda la sede storica a Port’Alba, pare proprio che la causa sia stata una grossa cifra che le banche avevano chiesto all’attività di restituire e che ha, poi, richiesto il fallimento registrato per lo scorso marzo. La crisi, questa volta dell’editoria, ha mietuto un’altra vittima.

Anche uno dei cinema più importanti di Napoli chiude i battenti

Un’altra triste chiusura che ha sconvolto l’opinione pubblica napoletana è stata quella del Cinema Arcobaleno al Vomero, in Via Carelli, che ha visto scendere in piazza molte persone indignate e che ha visto la partecipazione alle proteste anche di Servillo e Sorrentino. 57 anni di attività, poi la chiusura sempre per i soliti motivi; troppo alti i costi di gestione, affitto troppo alto e tasse salatissime! Ed ecco che i quattro dipendenti che ci lavoravano restano senza lavoro e Napoli perde un altro valido perno culturale che si vedrà sostituito da un supermercato.

Anche Posillipo perde una delle sue istituzioni

Travolto dalla crisi” si dice il proprietario del famosissimo Ristorante Sbrescia, Antonio Sbrescia, e infatti anche la sua attività storica, che andava avanti dagli anni ’20, è ormai giunta al termine dopo diversi decenni felici in cui era stata simbolo di una parte della nostra città. Il Ristorante Sbrescia, in tempi più luminosi di questi, era stato addirittura uno dei set di alcuni film simbolo di Napoli, di Eduardo De Filippo, come il bellissimo “Filumena Marturano”, grande classico della napoletaneità, e anche alcune famose pellicole che vedevano come protagonista l’attore Bud Spencer. Tra i clienti più famosi il ristorante vantava i nomi anche di Totò, Marcello Mastroianni, e in tempi più recenti, Giancarlo Giannini. Le ragioni della chiusura, inutile dirlo, ormai sono sempre le stesse.

Una delle ultime “tragiche” chiusure

Come se non bastassero le chiusure di tutte queste importantissime attività napoletane, si aggiunge negli ultimi mesi un altro eclatante fallimento economico; la famosa gelateria in Via Caracciolo Remy Gelo è chiusa ormai da febbraio e non si conosce una data di riapertura, semmai ci sarà.

Ci sarà mai una ripresa per la nostra città? Nessuno può dirlo; intanto Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli, tempo fa aveva portato a Palazzo San Giacomo una proposta, mai approvata, riguardo alla tutela dell’e attività storiche di cui tanto avremmo bisogno. Ma nel frattempo gli oneri fiscali, gli affitti e le tasse continuano ad aumentare anno per anno.