
Prosciutto, allerta per i consumatori: trovata candeggina in questi lotti - roadtvitalia.it
Allerta alimentare, è stata trovata candeggina in questa nota marca di prosciutto. Se l’hai acqistata non consumarla assolutamente.
Il mondo dell’alimentazione italiana è stato recentemente scosso da uno scandalo che ha messo in discussione la qualità e la sicurezza di uno dei suoi simboli più rappresentativi: il prosciutto San Daniele. Dopo una lunga e complessa inchiesta avviata nel 2017, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza definitiva. Ha confermato le condanne per i responsabili di una frodi alimentare che ha visto coinvolti veterinari, allevatori e commercianti.
La gravità della situazione è accentuata dall’uso di una sostanza chimica altamente pericolosa, l’ipoclorito di sodio, comunemente nota come candeggina. Questa è stata impiegata in modo illecito nel processo di produzione.
L’inchiesta e le scoperte
L’inchiesta ha rivelato che l’uso della candeggina era stato adottato per disinfettare le cosce di suino prima del processo di trasformazione, una pratica che va contro le severe normative previste dal disciplinare del prosciutto DOP.
Non solo, ma è emerso anche che molti dei suini macellati non avevano raggiunto l’età minima di nove mesi, prevista dalla normativa per garantire la qualità e la sicurezza del prodotto finale. Questi elementi hanno portato a una frode alimentare ben orchestrata. Mettendo a rischio non solo la salute dei consumatori, ma anche l’integrità di un prodotto che rappresenta l’eccellenza della gastronomia italiana.
Rischi per la salute e la fiducia dei consumatori
La scoperta dell’uso di candeggina nel processo di produzione ha sollevato interrogativi inquietanti riguardo alla sicurezza alimentare. Anche se l’ipoclorito di sodio è utilizzato in piccole quantità per scopi disinfettanti in vari settori, la sua applicazione diretta nella lavorazione alimentare è assolutamente inaccettabile.

La normativa DOP è stata creata per proteggere i consumatori e garantire la qualità dei prodotti. L’aggiunta di sostanze chimiche non autorizzate compromette non solo il sapore e le caratteristiche organolettiche del prosciutto, ma anche la fiducia dei consumatori.
Il ruolo dei veterinari e le conseguenze legali
Un aspetto cruciale di questa vicenda è il ruolo dei veterinari coinvolti. Questi professionisti, che dovrebbero garantire la salute e il benessere degli animali, hanno agito in modo irresponsabile e complice, suggerendo l’uso di candeggina e omettendo controlli fondamentali sui suini. Durante il processo, gli imputati hanno cercato di difendersi sostenendo che l’uso della candeggina non alterasse le caratteristiche del prosciutto e fosse giustificato da necessità igieniche.
Tuttavia, la Corte di Cassazione ha smontato queste argomentazioni, sottolineando che la frode risiedeva proprio nella violazione delle normative DOP. E nel fatto che il prodotto veniva commercializzato come autentico, mentre in realtà era alterato.
A seguito della sentenza, il Consorzio del Prosciutto di San Daniele ha subito un danno notevole. Rappresentante degli interessi dei produttori e della qualità del prosciutto DOP, il consorzio ha chiesto e ottenuto un risarcimento per i danni subiti a causa della frode. Evidenziando l’importanza della protezione della reputazione di un prodotto di tale prestigio.
Questo scandalo non è solo un episodio isolato, ma un campanello d’allarme per l’intero settore alimentare italiano. La lotta contro le frodi alimentari deve rimanere una priorità per le autorità competenti, affinché situazioni del genere non si ripetano in futuro.