Tueff: “Itaglia racconta di un paese tagliato in due”

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Tueff: "Itaglia racconta di un paese tagliato in due"

Federico Flugi, in arte Tueff, nasce a Sangiuvanniello, ossia in via Santi Giovanni e Paolo, quartiere San Carlo all’Arena, Napoli. Tueff canta la sua, la nostra “Itaglia“, titolo del brano del suo primo cd da solista, My Raplosophy, che uscirà a ottobre in vinile in trecento copie in edizione limitata. Il Corriere del Mezzogiorno lo ha intervistato.

Fratelli d’Itaglia, il pezzo si intitola così, racconta di un paese tagliato in due. Il Meridione è una nazione in sé che, solo in questo caso, racconto in italiano perché ‘metto in stand by il mio dialetto per arrivare a chi si crede perfetto“, risponde Tueff alla domanda sulla scelta del titolo della canzone.

Tueff: “Ho ripulito personalmente il busto di Enrico Caruso”

Il singolo era stato prodotto da Dj Jad, ex Articolo31 e nel videoclip vi sono Pino Aprile e la squadra di rugby Briganti. Lo scorso sabato è uscito il video di ‘Soliti scuse‘, dedicato a Enrico Caruso, commemorato da un busto che viene sporcato di continuo.

Durante le riprese ho dovuto ripulirlo personalmente, aveva chewingum al posto degli occhi. Con Maurizio Capone dei Bungtbangt che canta il ritornello, siamo riusciti ad entrare nella casa natale del tenore. Ci vive una vecchina di quasi cento anni. Dal balcone del tenore parte il mio rap che rivendica l’appartenenza a una cultura che tutto il mondo ci invidia e che non riusciamo a tutelare. Non è retorica, non parlo di cose astratte. Prendiamo questa casa ad esempio…“.

Perché non si offre alla signora anziana un’alternativa confortevole e della casa di Caruso non si fa un museo? Si potrebbero contattare gli eredi, acquisire il suo fondo, i dischi, ricostruirne la memoria nel luogo dove è nato e che amava. Per questo siamo andati là, per lanciare un’idea che non è mai decollata perché le istituzioni ripetono, appunto, soliti scuse. Del progetto fanno parte tonico70 per la musica, 78frame per la produzione e la regia del video, curata da Frank Castiglione. Ci tengo a ricordarlo“.

Tueff: “Ogni quartiere ha la sua voce”

E il rap a Napoli? Un mondo che cresce, che va avanti e che è presente nel capoluogo campano.

Sì, ogni quartiere ha la sua voce. Solo per citarne qualcuna i Sangue Mostro al centro storico, Oyoshe a Fuorigrotta, gli ‘A67 e Co’Sang a Secondigliano-Scampia e molti altri“, risponde Tueff per poi parlare di un passato fatto di radici borboniche.

Sì. Ho scoperto che il padre naturale del poeta Apollinaire era l’ufficiale borbonico Francesco Flugi. Flugi non è un cognome diffuso, così ho fatto una ricerca e ho appurato che si tratta dello stesso ceppo familiare. Ma lo dico senza presunzione, è Borbone diventato barbone della canzone“.