L’attore napoletano Giuseppe Zeno arriva in prima serata su Rai 1 il 7 novembre con il tv-movie di impegno sociale “Tutto per mio figlio”.
“Raffaele Acampora, è un uomo consapevole della realtà in cui vive e del fenomeno contro il quale si mette, del rischio che corre, è un allevatore di Conigli (una metafora questa non a caso) con un’ingenuità quasi da ragazzino, ma con l’ostinazione di riprendersi la dignità negata e ridarla anche agli altri. E soprattutto con la ferma volontà di regalare ai figli la possibilità di vivere in un mondo migliore”.
A prestare il volto e movenze a quello che lui stesso definisce “uomo semplice” arriva in prima serata su Rai1 il 7 novembre con il tv-movie di impegno sociale “Tutto per mio figlio”, Giuseppe Zeno l’attore napoletano, 46 anni, cresciuto tra Ercolano e Vibo Valentia, tra i più amati e popolari della fiction ancora medico ginecologo in “Mina Settembre” (la seconda stagione si conclude domenica 6 novembre) ispettore in “Blanca” (“prossimante riprendo a girare con Maria Chiara Giannetta – una poliziotta non vedente – la nuova stagione di questa serie per la quale ho avuto il privilegio di essere scelto”)”.
In Tutto Per Mio Figlio Zeno, scritto e diretto da Umberto Marino, Zeno è Raffaele Acampora, un allevatore, un uomo che si è opposto alla camorra per il bene della propria famiglia e della propria comunità, pagando con la vita ma aprendo un nuovo senario per il futuro dei suoi figli. Una coproduzione Rai Fiction – Compagnia Leone Cinematografica.
Racconta l’attore: “non è un magistrato, un giornalista o un poliziotto. Non è un personaggio importante, uno con un ruolo di contrasto delle organizzazioni criminali. Raffaele Acampora è un uomo come tanti. Ha una moglie, Anna (Antonia Truppo), che ama, e quattro figli, di cui il più grande, Peppino (Giuseppe Pirozzi), ha quattordici anni, e come molti ragazzi della sua età comincia a cercare la sua strada nel mondo. Ma non è facile farlo quando vivi in un territorio dove le organizzazioni criminali dettano legge e rischi di rimanerne affascinato. Raffaele è un allevatore che ‘fa’ i mercati, mestiere che ha ereditato da suo padre. Purtroppo ogni settimana Raffaele e i suoi colleghi sono vittime del racket criminale, che impone loro il pizzo e vessazioni di ogni tipo”. Fino a quando, un giorno, Raffaele decide di ribellarsi. “Fonda un sindacato e, con la sua forza d’animo contagiosa, convince i suoi colleghi a iscriversi”. Collabora con la polizia e la magistratura, denuncia, fa nomi. “È consapevole del rischio che corre, ma vuole ad ogni costo che suo figlio, la sua famiglia, crescano in un mondo in cui i valori, la giustizia, l’amore siano la priorità”.
Zeno, che tipo di figlio e di padre è? “Un uomo legato ai valori, con una coerenza di ferro. Sono un capitano di lungo corso, mio padre aveva un peschereccio. Mi ha riportato alla memoria della mia vita precedente, eravamo quattro fratelli, mia madre una grande organizzatrice che ha saputo con mio padre trasmetterci valori importanti, ci hanno lasciati liberi, ognuno di scegliere le nostre strade”.
Nel cast Anche Tosca D’Aquino (I Bastardi di Pizzofalcone) nel ruolo di Carla la moglie del boss del clan Maturo, che ha il volto dell’attore Fabio De Caro (Malammore in Gomorra-La serie):”È un ruolo diverso per me perché faccio la moglie di un camorrista. È molto interessante anche la storia d’amore con il marito boss, lei dall’esterno va lì per eseguire tutto ciò un padre semplice cerca di combattere con tutte le sue forze contro la camorra e fa di tutto per il figlio, ma anche per un senso di giustizia, gli insegna a combattere senza paura. È importantissimo perché sono delle storie tratte da una summa di storie vere di persone che hanno pagato il coraggio con la propria vita”.
Dice Umberto Marino: “Siamo nella Campania del 1996, nel regno della camorra. Questo film tv si propone di mostrare il male senza romanticizzarlo e di raccontare come il bene vi si opponga con gesti e comportamenti piccoli, legali, poco eclatanti, ma non per questo meno importanti. Un tv movie reale che è l’opposto di chi enfatizza certi personaggi, che non dimentichiamo sono criminali punto”