Dopo la visita a Road Tv Italia di Tg2 Dossier per il servizio “Cara, nuova, vecchia, grande, tv” ci siamo chiesti quanto ne sapessero i napoletani di tv e web tv. Le risposte sono state varie e molte titubanti. Il mondo nuovo della web television sta abbracciando quello della tv tradizionale, ed ogni passo in avanti pare sia un passo verso l‘integrazione e non più l’opposizione. Internet e televisione non più rivali ma uniti, si spera verso un’informazione più libera. Ma è ancora presto per far sì che gli utenti si interfaccino soltanto con il web e non anche attraverso la stampa o i media tradizionali.
Lo schermo è cambiato nel tempo, ogni epoca ha visto l’uso di uno schermo: gli antichi interagivano con i libri o i quadri, oggi l’uso dello schermo è frammentato in tanti piccoli schermi. Basti ricordare lo spot “1984” della Apple il cui riferimento all’opera di Orwell “1984” è chiaro e preciso: il “Grande fratello” che parla seguito da persone che sembrano automi, a distinguersi dalla massa una ragazza con un martello che distrugge quel grande schermo, provocando lo stupore di tutti.
A conclusione una voce che dice: “Il 24 gennaio la Apple Computer introdurrà Macintosh. E voi capirete perché il 1984 non sarà come “1984”. Infatti da allora si è avuta la frammentazione dello schermo, se prima vi era sono un “Grande fratello” ora ce ne sono tanti, ognuno nascosto nei milioni di schermi che ci circondano. L’uso quasi ossessivo degli smartphone o dei tablet è dovuto al fatto che attraverso il web guardando in quello schermo si ha la sensazione di controllare la realtà.
Oggi non possiamo più parlare del televisore come elettrodomestico, quello che veniva utilizzato come rito ogni sera con la famiglia riunita, oggi abbiamo la televisione, uno strumento in continua crescita che apre le sue porte al mondo del web, in cui è padrona l’interazione. Nell’ecosistema internet ogni cosa vive e prende forma, poiché viviamo nella società in cui si vuol superare la barriera fisica tra immaginario e corpo. Non si vuole solo vedere attraverso, catturando lo sguardo dello spettatore, ma si vuole vedere dentro, l’essere costantemente in contatto con tutto ciò che gli occhi vedono e la mente immagina. Viviamo in una società che non vuol guardare passivamente, ma che vuole penetrare lo schermo.
This post was published on Giu 22, 2014 18:20
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