Gli avevano promesso 3000 euro ma ne ebbe solo 800 perché aveva ucciso per errore la persona sbagliata: è quanto emerge dalle indagini dei carabinieri di Torre del Greco (Napoli) sull’omicidio di Salvatore Barbato, vittima innocente della camorra, assassinato 7 anni fa per mano di Vincenzo Spagnuolo, nei pressi di un ingresso degli scavi di Ercolano.
Ucciso per errore: la sua auto era uguale a quella di un boss
Barbaro venne ferito a morte a colpi di pistola perché viaggiava a bordo di una vettura uguale a quella del vero obiettivo, il boss Ciro Savino, del clan Birra Iacomino. Il mandante decise di pagare ugualmente il sicario, che agì con un complice in sella a uno scooter: venne ritenuto colpevole dell’errore lo “specchiettista”, colui a cui era stato affidato il compito di indicare l’obiettivo, sulle cui sorti i pentiti sono stati vaghi. Dalle intercettazioni emerse che la sera dell’omicidio la fidanzata del mandante chiese al suo uomo, Natale Dantese, se avessero festeggiato: lui seccato, risposte che era meglio lasciare cadere l’argomento.