Il Pescara Calcio cambia allenatore per la seconda volta in questa stagione. A novembre il passaggio di consegne fu tra il dimissionario Stroppa e Bergodi, quest’ultimo è stato esonerato ieri in seguito alla sconfitta interna con l’Udinese.
E oggi dopo una prima smentita nella giornata di ieri e delle voci che volevano Marco Giampaolo, il Pescara calcio annuncia che la panchina è stata affidata a Cristian Bucchi, ex giocatore di Napoli e Modena, che già lavorava nella società come allenatore della Primavera insieme a Mirko Savini, altro ex partenopeo. I due, che hanno militato insieme nel Napoli di Reja stagione 2006 2007 in B, con i loro giovani avevano messo in difficoltà di recente anche gli azzurrini di Saurini.
Per Bucchi è dunque la prima esperienza da allenatore professionista, ed esordisce proprio con la squadra con cui aveva giocato le ultime partite prima dell’ addio al calcio il 26 giugno 2011 quando rescinde il contratto col Napoli, squadra che ancora ne deteneva il cartellino e che lo aveva mandato in prestito a varie squadre durante le stagioni in A della società di De Laurentiis.
L’ex attaccante si trova a risollevare una situazione difficile: gli abruzzesi sono ultimi a 21 punti a pari con Palermo e Siena.
A 35 anni Bucchi diventa così l’allenatore più giovane della A strappando il primato a Stramaccioni. “Ringrazio la società per la fiducia – ha detto dopo aver diretto il primo allenamento – Per me è un onore e un piacere allenare la squadra, nonostante il momento difficile. Ai dirigenti, che mi hanno dato fiducia, non potevo di di no. Appena smesso di giocare, ho subito pensato di voler cercare di fare l’allenatore e per me oggi questo è un sogno che si avvera. Questa è una carta che voglio giocarmi fino alla fine”.
Con la squadra all’ultimo posto, l’impresa salvezza sembra quasi impossibile, ma Bucchi spiega: “Ci saranno per noi undici finali che dovremo cercare di giocare come tali. Il percorso è ancora lungo anche se in salita, e dobbiamo cercare di fare il massimo. Ho chiesto alla squadra di ritrovare entusiasmo e anche quella serenità forse perduta. Voglio uomini pronti a giocarsi tutto. Per noi è una grande scommessa. Voglio dalla squadra coraggio, voglia di lottare e dignita”. Dalla filosofia alla pratica: “Non sono legato ai moduli, però la base è la difesa a quattro, possiamo giocare con il 4-2-3-1, con il 4-2-4, vedremo di volta in volta”.