Un gobbo napoletano: amo ucciso er campionato

Amo ucciso er campionato, canta così un simpatico tifoso romanista facendo la parodia di ”Hanno ucciso l’Uomo Ragno” degli 883. Una canzone profetica, un testo memorabile che riecheggerà in eterno; i sogni della città del Tevere, sponda giallorossa, in musica, volano su note dorate. Amo ucciso er campionato e stanno tutti a rosica’. Mai parole furono più vere.

Il campionato è in agonia, è stato pugnalato, investito, avvelenato, trapassato da mille lance, buttato giù dal decimo piano di un palazzo. Chi sarà stato? Non ci vuole Hercule Poirot, l’astuto detective nato dalla penna di Agatha Christie, per scoprire l’assassino: è stata la Juve! Tutti i sospetti erano caduti su Garcia, ma la verità viene sempre a galla. In realtà l’artefice di questo delitto è Antonio Conte e siamo sicuri che il simpatico tifoso canterino lo sapesse già e voleva rendere gloria alla cavalcata, fin qui, mostruosa dell’armata bianconera.

Non possiamo certo credere che fosse così sprovveduto da pensare, dopo meno di 10 giornate (la canzone è datata 28 ottobre), che il volto dell’assassino ci fosse già rivelato e corrispondesse a quello di Garcia. No signori, fortunatamente in questo paese c’è la presunzione d’innocenza, si è innocenti fino a prova contraria. La prova contraria è stata mostrata a tutta Italia ieri sera. Due indizi fanno una prova? Sulla Juve ce n’erano addirittura tre: Vidal, Bonucci e Vucinic – tu quoque, Brute, fili mi – hanno mostrato alla giuria i tre indizi inequivocabili!

Amo ucciso er campionato, sì è così, l’amo sderenato, come direbbero nella città capitolina; stanno tutti a rosica’, ancor più vero, è difficile non rosicare quando ci si sentiva vicini alla soluzione del caso e poi arriva il detective baffuto di turno che smonta e rimonta tutto, fino all’epilogo, fino a mostrare il volto del vero colpevole. Questa volta, però, non godono nel vedere Antonio Conte come colpevole, questo delitto perfetto non costituisce reato, è un misfatto lecito, anche se doloroso per tutti gli altri, i quali vedono mancare al loro affetto il campionato.

Ma prima di dare fine all’articolo, prestiamo orecchio a queste sublimi parole:

 

Ma ecco i veri segugi! Coloro che già sapevano! I tifosi laziali che così rispondono alle accuse infondate dei loro cugini:

 

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Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne alla Federico II. Appassionato di videogiochi, calcio, cinema e letteratura. Crede che il giornalismo non sia solo ricerca della verità, ma anche sapiente uso di ironia e sarcasmo.

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