Un gobbo napoletano: bambini nelle curve squalificate…

...la Juve ancora prima in tutto

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Juventus prima in Italia nelle vittorie, tra scudetti, coppe e supercoppe varie, prima squadra con uno stadio di proprietà e dal 1 dicembre detentrice di un nuovo primato. La società Juventus, in seguito alla squalifica delle curve che si sono rese colpevoli di cori discriminatori, ha suggerito che quelle curve, d’ora in poi, vengano riempite di bambini. Un gesto di classe, altri, infatti, avrebbero fatto ricorsi su ricorsi, avrebbero infangato il nome delle istituzioni. La Juventus no, la Juventus ha accettato, giustamente, e ha promosso questa bella iniziativa.

Dal 1 dicembre questo potrà avvenire, il CONI, nella persona di Giovanni Malagò, e la FIGC sono del tutto d’accordo. L’iniziativa è lodevole e, udite udite, potrebbe diventare una norma. Invece di vedere partite senza pubblico a causa di persone incivili, le curve saranno riempite di bambini gioiosi, che non saranno certo dediti al lancio di oggetti contundenti o di liquidi e materiale organico che sarebbe opportuno non ricevere in testa. La Juve è arrivata a pensare ciò prima degli altri, è riuscita, prima degli altri, a far raggiungere questo traguardo al calcio italiano, quel calcio che tanto bistratta una squadra che arraffa tutto ciò che c’è da vincere e, per questo, antipatica ai più.

L’iniziativa, oltretutto, avrà anche uno scopo didattico. Ai bambini che seguiranno il match verranno impartite delle lezioni sul rispetto dell’avversario, sul significato dello sport. Sul piano pratico non è semplice portare migliaia di ragazzini allo stadio e gestire al meglio la situazione, ma lo Juventus Stadium è l’impianto che, forse, meglio si presta ad un’operazione di questo genere.

Nei prossimi giorni, dunque, il progetto verrà completato e portato in atto dal 1 dicembre. Una mobilitazione generale che sta prendendo forma grazie anche alle scuole calcio piemontesi e alle società dilettantistiche torinesi. Ecco cosa significa arrivare prima degli altri, non è solo questione di fama, di gloria, di campioni acquistati a peso d’oro. E’ questione di organizzazione, di cultura sportiva e dedizione. La Juventus ne ha da vendere.