di Tonino Scala
Ma faciteme ‘o piacere. Ha sintetizzato così Erri De Luca la classifica stilata dal Sole24ore che pone Napoli all’ultimo posto per vivibilità nel Belpaese. Ancor più lapidario il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: “gli ultimi saranno i primi”. Classifiche che misurano dati e standard, dimenticando l’anima di una città come Napoli. Standard che giustamente, non è quello il senso della stessa classifica, che non riesce a misurare quel senso di “napoletanità” che solo respirandola e vivendola, è capace di trasformare in “napoletano” anche chi non lo è.
Le due affermazioni quella del sindaco e dello scrittore che amo, sono condivisibili. Come può un napoletano non difendere la propria città, la propria anima! Ma tutto questo basta? Basta dire Tengo’ o sole, il mare, il golfo più bello del mondo! Erri De Luca ci fa una bella lezione con le sue parole che colpiscono e ci danno la forza di andare avanti partendo da noi, dal nostro animo nobile e gentile. Ho molto apprezzato quello che ha scritto e voglio socializzarlo con voi: “ignoro i criteri di valutazione ma dubito che siano adeguati allo scopo. C’è qualità di vita in una città che vive anche di notte, con bar, negozi, locali aperti e frequentati, a differenza di molte città che alle nove di sera sono deserte senza coprifuoco. Considero qualità della vita poter mangiare ovunque cose squisite e semplici a prezzi bassi, che altrove sarebbero irreali. Considero qualità della vita il mare che si aggira nella stanza del golfo tra Capri, Sorrento e Posillipo. Considero qualità della vita il vento che spazza il golfo dai quattro punti cardinali e fa l’aria leggera. Considero qualità della vita l’eccellenza del caffè napoletano e della pizza. Considero qualità di vita la cortesia e il sorriso entrando in un negozio, la musica per strada. Considero qualità della vita la storia che affiora dappertutto. Considero qualità della vita la geografia che consola a prima vista, e considero qualità della vita l’ironia diffusa che permette di accogliere queste graduatorie con un “Ma faciteme ‘o piacere”. Per consiglio, nelle prossime statistiche eliminate Napoli, è troppo fuori scala, esagerata, per poterla misurare“.
L’amore dello scrittore per la sua città, per il suo popolo deve essere un punto di forza per un popolo che si barcamena. Anche il sindaco fa bene a non gettare la spugna e dire che saremo primi. Ma Giggì vorrei essere primo non in paradiso, ma ventesimo, trentesimo qui, in questo paradiso abitato da diavoli per mutuare Benedetto Croce. Sono anni, troppi anni che non riusciamo, per il concorso di tutti, a diventare una città normale per quanto riguarda i servizi pubblici alla persona. Sono alcune delle contraddizioni che rendono la nostra Napoli unica, rendendo però talvolta difficile la vita di chi non è scappato e continua a lottare. Si lottare e non è retorica. Una lotta quotidiana per tirare a campare. Difficile capire da dove iniziare.
Vogliamo parlare del trasporto pubblico? Dei tanti pendolari che provano dalla provincia a raggiungere il capoluogo ed ogni giorno devono pregare il padreterno per avere un treno o un autobus! Vogliamo parlare della sanità? Dal mese di ottobre bisogna pagare le cure, raggiunto il tetto di spesa previsto dalla ragione, e chi non ha soldi? Non si cura! Siamo mai stati in un ospedale campano? In un pronto soccorso? Hanno addirittura eliminato le barelle, i pazienti sono sulle sedie. Per ogni codice c’è un medico, se arrivano due persone con un infarto bisogna lanciare la monetina per capire chi salvare. E la scuola che cade a pezzi? I tetti che crollano? Nel terzo millennio ci sono ancora i doppi turni in alcune scuole di provincia! E la pioggia, a Milano e a Napoli è uguale? Vogliamo affrontare il tema delle periferie? I nostri quartieri, sono lo specchio della nostra anima? Non credo. E il lavoro. L’art. 1 della nostra bella Costituzione qui non è un obiettivo bensì un sogno! E l’emigrazione? La fuga dei cervelli? La desertificazione industriale? Potrei continuare all’infinito ma a che serve? Questa non è una critica all’attuale sindaco, lungi da me pensare ed affermare questo, fa il sindaco da così poco tempo che sarebbe stupido addossargli questa responsabilità. È una vita che viviamo, ci arrangiamo in una giungla e anziché migliorare si fanno passi indietro come nel trasporto pubblico, la sanità, la scuola!
L’ottimismo di De Magistris aiuta, è un modo per dire insieme possiamo anzi dobbiamo farcela. Erri De Luca parla del nostro animo vero, ma all’aneme ‘e chitabbive, possiamo continuare a morire avendo un animo così superiore!
Difesa d’ufficio che, secondo me, è proprio alla base del declino che da decenni colpisce Napoli e il suo hinterland. Invece di prendere coscienza dei problemi e quindi provare a risolverli, si preferisce la strada più semplice: negare, minimizzare e sfottere quelli di Bolzano che non hanno né il mare né il caffé. Difendere a prescindere qualcosa o qualcuno non è un atto d’amore, è solo un modo per nascondere la polvere sotto il tappeto e per fare in modo che nulla cambi: a Napoli si sta bene, e chi la pensa diversamente se ne vada a Bolzano.
Agli appassionati di cartoline, voglio ricordare che la vivibilità si misura con la qualità dei servizi, con l’offerta per il tempo libero, con la viabilità, l’inquinamento, le infrastrutture e via discorrendo. Se la classifica venisse stilata con le cartoline, Napoli potrebbe dire la sua. Ma la vivibilità si misura diversamente. Chiudo ricordando che alla classifica del Sole 24Ore, il sindaco Luigi de Magistris ha reagito dicendo che “Gli ultimi saranno i primi”. In bocca a lupo a lui e agli amanti delle cartoline.
7 dicembre 2013