Un piano di lotta contro l’accorpamento dei laboratori di analisi, per salvare 4 mila posti di lavoro

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Un “piano di lotta” è quello che è stato organizzato durante un incontro svoltosi presso la segreteria campana della Cgil, alla presenza di una vasta rappresentanza dei lavoratori che prestano servizio presso i laboratori accreditati con il servizio sanitario nazionale. Un piano per ottenere la revoca del decreto 17 dello scorso 8 marzo che, come riferisce la Cgil “prevede l’accorpamento dei laboratori di analisi operanti sul territorio campano col conseguente licenziamento dei dipendenti”.

In una nota della segreteria campana della Filcom-Cgil, infatti, si riporta come “il decreto causerà, entro il 15 aprile prossimo, la ‘conversione’ della quasi totalità dei laboratori accreditati in mero ‘punto prelievo’, ovvero, l’esclusione della fase analitica conseguentemente genererà la perdita di lavoro di alta professionalità di quattromila dipendenti”. Il tutto “oltre al rischio di una riduzione degli standard di qualità del servizio e di grave disagio per l’utenza”. Ecco perché la Filcams Cgil, con i lavoratori del settore, ha definito l’altro giorno un “condiviso percorso di mobilitazione, per chiedere e ottenere reali garanzie sul futuro del settore sui livelli occupazionali”.

La prima richiesta, quindi, è stata fatta al presidente della Regione Vincenzo De Luca. Ovvero quella di sospendere immediatamente il decreto sul piano di riassetto della rete laboratoristica. Al seguito del quale ottenere un incontro per ragionare, questa volta insieme, al fine di trovare soluzioni diverse che non vadano ad intaccare il diritto al lavoro di tutti.
Elisabetta Argenziano, Segretario nazionale di Federbiologi, ha, infatti, affermato: “Il concetto dell’accorpamento, che si impone ope legis per le piccole strutture, viola il principio di libera concorrenza sancito dalle normative europee, lasciando morire le piccole imprese e favorendo soltanto alcune realtà laboratoristiche di grandi dimensioni, che vedono in alcuni casi anche il supporto di imprenditori stranieri certamente poco interessati alla crescita e allo sviluppo economico della nostra regione. La struttura commissariale non ha tenuto conto delle univoche indicazioni rassegnate all’unanimità dalla V Commissione Consiliare e della importante ed innovativa realtà costituita dalla rete-contratto proposta da Federbiologi e già realizzatasi tra numerosi laboratori campani. Era stato anche chiesto che l’eventuale trasformazione dei laboratori in punti prelievo avvenisse in forma volontaria e, comunque, al termine del quadriennio di validità del già ottenuto decreto istituzionale di accreditamento per le prestazioni di Patologia Clinica. Si sarebbe potuto creare un doppio binario per i consorzi già autoregolamentati con la soppressione dei laboratori e la nascita di un unico soggetto da accreditare e, distintamente, per la rete-contratto che costituisce, per scelta degli aggregati, una somma di laboratori che hanno delegato ad un unico soggetto la loro rappresentanza con il SSR. Vedo però margini di adattamento già all’interno del decreto 17/2016. E’ sufficiente una circolare esplicativa nella quale si precisi che i laboratori aggregatisi nella rete-contratto avranno diritto ad un nuovo decreto di accreditamento alla scadenza del quadriennio di validità. Per tale periodo potranno svolgere la fase analitica, delegando ad un unico soggetto i rapporti economico-finanziari e legali. Federbiologi chiede pertanto la sospensione immediata del decreto e la convocazione ad horas di un tavolo tecnico per esaminare le proposte di correzione”.