Recensione di Lilith, ultima opera letteraria di Chiara Tortorelli.
di Rosalia Catapano
Ieri, venerdì 9 luglio, si è tenuta la presentazione dell’ultima opera letteraria di Chiara Tortorelli. Parlo di opera e non di romanzo o raccolta di racconti o silloge poetica perché non è possibile classificare e incasellare Lilith in una delle categorie che siamo soliti utilizzare in letteratura. Lilith infatti sfugge, così come possiamo aspettarci dalla stessa protagonista, alle strette maglie delle classificazioni. E quindi si parli di opera. Opera della creatività liquida e imprevedibile di Chiara Tortorelli, opera di parole musicali, di sentimenti ed emozioni che arrivano al lettore come il ritmo lento delle onde del mare. Lilith è prosa e poesia, una mistura sapiente per raccontare da un lato la storia mitica di Lilith, dall’altro la storia della donna, della donna Chiara che è poi la storia di tutte le donne, anzi è la storia di tutti gli esseri umani che si prendono il rischio di entrare in contatto con i propri sentimenti più profondi.
Lilith questo pomeriggio ci è stato raccontato da Maria Rosaria Vado, la quale ha ripercorso la storia antichissima e misteriosa di Lilith, l’altra donna, la donna non nata dalla costola di Adamo, ma venuta al mondo insieme ad Adamo e poi isolata, cacciata e negata. Lilith è la donna di cui non si deve parlare, (e dunque quale miglior occasione per sollecitare la vocazione trasgressiva di Chiara Tortorelli che non solo ne parla, ma la rende protagonista delle sue pagine!), la donna maga, la donna strega, la donna dell’ombra che deve rimanere nell’ombra. Maria Rosaria Vado pone l’accento sulla grande attualità dell’antichissimo mito della “dea delle tempeste” in un mondo come il nostro in cui la potenza dell’istinto e dei sentimenti viene misconosciuta e anestetizzata.
Illuminante e prezioso come sempre l’intervento del professor Matteo Palumbo il quale pone l’accento sui punti di contatto del mito di Lilith con alcuni grandi elementi della mitologia greca: Persefone che vive sei mesi nella luce e sei mesi nell’Ade; Ecate la divinità da cui è nata la magia, la divinità del mistero, la potente signora dell’oscurità. Queste due figure femminili sono le divinità del sottosuolo, dell’ombra. Anche Lilith è la donna dell’ombra, ribadisce Palumbo, e come donna nata insieme a Adamo, e non da Adamo, rappresenta un principio, il principio femminile che nasce contemporaneamente al principio maschile. I due principi non si escludono, ma sono in correlazione e in tensione l’uno con l’altro. Il principio di Adamo e il principio di Lilith, entrambi necessari. L’ordine e il disordine. La luce e l’ombra. La ragione e l’istinto. La vita e la morte. Principi opposti? Conflittualità senza punto di incontro? No. L’opera di Chiara Tortorelli racconta proprio questa tensione verso l’integrazione degli opposti, verso il ricongiungimento di un maschile e di un femminile che non si fanno la guerra, ma si incontrano e si donano reciprocamente la loro verità e le loro virtù.
Ad arricchire la serata e a dare voce alle pagine di Chiara Tortorelli è stata con noi Maria Gabriella Tinè, interprete emozionata ed emozionante che coglie e ci regala l’anima di Chiara Tortorelli, della musicalità della sua scrittura, della profondità di pensiero e di sentire racchiuse in Lilith.
Nota a margine, ma doverosa è quella che riguarda la Libreria Raffaello e il suo staff che come sempre ci accoglie con straordinaria gentilezza e professionalità e che ha creato un piccolo, ma prezioso spazio esterno che ha ospitato, in questo periodo così difficile, tanti scrittori e tanti amici appassionati lettori in un luogo confortevole e in totale sicurezza.