In una recente intervista rilasciata ai colleghi del Corriere, il regista Alessandro D’Alatri ha presentato il suo nuovo lavoro “Un professore“, nuova serie Tv coprodotta da Rai Fiction e Banuay Studios Italy, con Alessandro Gassmann protagonista.
«Dante è il professore che tutti vorremmo, ma ovviamente non si tratta del Sommo Poeta — precisa il regista —, ma di un professore di filosofia, che insegna in un liceo romano e che impiega la sua materia per aiutare i suoi studenti ad affrontare i problemi della vita che a volte, soprattutto agli adolescenti, possono apparire irrisolvibili”.
“È capitato a tutti di avere insegnanti non empatici – prosegue -con gli allievi e che si limitano a fare il loro dovere senza trasporto emotivo. Quanti di noi adulti si ricordano di qualche professore emblematico che ha avuto un ruolo importante nella nostra crescita? Io al liceo ero un disastro in matematica, ma perché chi me la insegnava me l’ha fatta odiare. Lo studio della poesia all’inizio mi faceva venire il latte alle ginocchia, poi cambiò il professore e l’ho scoperta nella sua totale bellezza”.
“Alcuni considerano il loro mestiere come routine – continua – però nel nostro Paese gli insegnanti sono sottopagati, insoddisfatti, frustrati… il che ricade sugli alunni. Eppure noi affidiamo loro la formazione dei nostri figli”.
“O gli abbiamo anche la Dad e qui voglio vedere il bicchiere mezzo pieno, secondo me è un’opportunità. La pandemia ha penalizzato ogni aspetto del nostro vivere, però la Dad ha costretto le famiglie a seguire da vicino lo studio dei propri figli: la scuola è uscita dagli istituti ed entrata nelle case. C’è spesso una distanza siderale tra i genitori e l’attività didattica dei ragazzi, molti di loro se ne infischiano, si limitano a guardare le pagelle e, ogni tanto, a parlare con gli insegnanti. Ecco perché vedo positivo il fatto che il Covid abbia costretto alla cooperazione tra scuola e famiglia”.
“Ovviamente è comprensibile la protesta, ma la mia idea non è quella di chiudere i giovani a casa, bensì di fare tesoro di questa circostanza per intensificare la relazione tra l’una e l’altra cosa. Ad ogni modo il professor Dante non insegnerà a distanza. La serie non contempla la pandemia, pure se la stiamo girando in questo periodo e andremo in onda in autunno, sperando che si riaprano le scuole. Dante – conclude – mette in mano agli allievi la tavolozza dei colori da utilizzare, poi dovranno essere loro a creare il dipinto”.
Qui l’intervista completa del Corriere
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