Dal 21 ottobre al 10 gennaio 2016 il PAN presenterà la mostra “Cesare Andrea Bixio – Musica e Cinema nel Novecento italiano”.
L’intento della mostra è quello di raccontare le origini della canzone italiana, omaggiando Cesare Andrea Bixio.
Bixio fu una personalità estremamente poliedrica. Artista e innovatore della cultura e dello spettacolo, ma anche fondatore, nel 1920 a Milano, della prima casa editrice musicale.
Tra le sue canzoni Mamma, Parlami d’amore Mariù, Vivere sono delle vere e proprie pietre miliari, e sono cantate e conosciute in tutto il mondo.
Cesare Andrea Bixio e il suo legame indissolubile con Napoli
L’esposizione è stata realizzata dai figli di Bixio, Franco e Andrea Bixio, e da Giuseppe Pasquali, con il coordinamento di Renato Marengo e con il patrocinio della SIAE (Società Italiana Autori ed Editori), dell’A.F.I. (Associazione dei Fonografici Italiani), dell’Università Sapienza di Roma, di RAI-Teche e dell’Osservatorio Giovani dell’Università Federico II di Napoli.
Dopo il successo ottenuto nelle anteprime di Ravello e Spoleto, la mostra approda a Napoli, la città nella quale il compositore è nato nel 1896 e nella quale ha raccolto i primi successi di una grande carriera che ha influenzato la cultura popolare italiana del ‘900. La mostra è stata fortemente voluta dal sindaco Luigi de Magistris, che ha definito Bixio “il padre napoletano del pop italiano“.
Il rapporto tra Napoli e Bixio è strettissimo. Proprio da Napoli, il compositore ha tratto ispirazione per innovare la canzone italiana, partendo dallo spunto della tradizione musicale napoletana, gettando così le basi per una vera e propria rivoluzione culturale.
A proposito di questo rapporto il figlio Franco Bixio dichiara: “Napoli è una città fondamentale nella storia umana e artistica di mio padre perché, proprio lì, dalla stretta amicizia con Totò ed Eduardo De Filippo, ha tratto l’ispirazione popolare che gli è valsa i primi grandi successi. Mio padre ha sempre tenuto Napoli nel suo cuore, anche quando il lavoro, il successo, la vita lo hanno tenuto lontano da essa. Non l’ha mai dimenticata. E questo grande amore è testimoniato dal fatto che la sua ultima canzone, composta poco prima di morire, era proprio in napoletano. Credo sia doveroso rivolgere un ringraziamento alla città di Napoli che, oggi, ospitando questa mostra, ricambia la devozione di uno dei suoi figli più illustri“.