Una ‘Scuola di Tarantella’ a Montemarano: per preservare la storia e le tradizioni dell’Irpinia

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Una 'Scuola di Tarantella' a Montemarano: per preservare la storia e le tradizioni dell'Irpinia

Una ‘Scuola di Tarantella‘ nasce Montemarano, in provincia di Avellino, in un piccolo paesino dove si tramanda di padre in figlio un’antichissima consuetudine: spetta al “caporaballo” l’apertura delle danze e dei cortei nel periodo del Carnevale e soprattutto il martedì grasso.

 

‘Scuola di Tarantella’: Roberto D’Agnese e il team di anziani depositari della memoria del paese

Per preservare quindi il grande patrimonio culturale, la storia e le tradizioni di Montemarano e, in generale, dell’intera Irpinia, un gruppo di giovani del paese, capitanato da Roberto D’Agnese, esponente di ichNET ( il comitato di promozione del patrimonio immateriale), affiancato da un team di anziani depositari della memoria del paese, ha dato vita ad un progetto che prende il nome di ‘Scuola di Tarantella Montemaranese‘. Un’iniziativa che poggia la sua attenzione sulle danze popolari, come patrimonio da conservare e tramandare ai giovani, per promuovere il territorio e portare su di esso quei turisti pronti a immergersi nella cultura e nelle tradizioni dell’Irpinia.

 

‘Scuola di Tarantella’: arriva l’accreditamento come organizzazione non governativa dall’Unesco

Al suo quarto anno di vita, la ‘Scuola di Tarantella Montemaranese’ è pronta a ricevere l’accreditamento come organizzazione non governativa dall’Unesco. Corsi di danza e di musica, organizzazioni di eventi musicali, gemellaggi e scambi culturali con le principali manifestazioni italiane ed europee, come la Festa della Tammorra di Carinaro, Popolo e Tammurriata a Salerno, il Festival delle tradizioni di Tolosa o il Carnevale delle culture di Berlino.

 

‘Scuola di Tarantella’: la parola a Roberto D’Agnese

In questi quattro anni  –  esordisce D’Agnese – abbiamo visto la nostra idea di tradizione diffondersi a macchia d’olio e conquistare sempre più consensi. Da sempre intendiamo la tarantella non come una semplice esibizione folkloristica, ma come una metafora  di quell’insieme di tradizioni, colori, suoni, che caratterizzano la storia e la cultura di un popolo. Turisti e visitatori devono mascherarsi, se vogliono partecipare alla danza, e seguire le indicazioni del caporaballo, che, munito di un bastone, anima i danzatori. Un’attività che ha visto impegnati 15  volontari a portare in 61 comuni italiani una fotografia della Tarantella e dell’Irpinia. Abbiamo narrato le meraviglie del nostro territorio in tutte le sue sfaccettature: ambientali, enogastronomiche, artistiche“.