Un giovane autore, Andrea Lacoppola, e la sua passione per l’icona immortale di Hollywood, Marilyn Monroe raccontata in un libro molto coinvolgente. Il romanzo è “Una vita negata”, Porto Seguro editore. Studente universitario di linguaggi dei media e dell’informazione, scrittore emergente e aspirante giornalista, Andrea è un amante del mondo dell’arte e dello spettacolo, ha già scritto molte recensioni ed articoli per locali quotidiani della sua città, Taranto, ma anche per altre testate giornalistiche ed associazioni con cui collabora in città come Velletri e Milano.
Tra le pagine del suo romanzo Lacoppola, appassionato di lettura, cinema, teatro e arte in genere, ha raccontato la figura di Marilyn Monroe da un nuovo punto di vista: Quello dell’artista. In realtà nessuno si è mai veramente interessato a ciò che le stava succedendo durante i periodi più oscuri della sua vita e questo romanzo vuole manifestare i sentimenti più struggenti che hanno caratterizzato un personaggio iconico del novecento.
Marilyn era anche una donna intellettuale, una poetessa, un’attivista che ha lottato per le donne. Tramite un gioco di scambi epistolari tra lei e altri personaggi come Audrey Hepburn, Ella Fitzgerald, Jayne Mansfield e Rodolfo Valentino conosciamo una persona tormentata, oppressa, sofferente, ma allo stesso tempo combattiva e speranzosa di poter finalmente mostrare al mondo la vera Norma Jeane. Una donna capace di sfidare apertamente l’industria cinematografica degli anni ’50 che la voleva cristallizzata nel ruolo di donna oggetto.
Marilyn ha provato con tutte le sue forze a farsi apprezzare in altro modo. L’involucro esteriore l’ha sempre invece relegata a personaggio femminile svampito e stupido. Questo romanzo vuole guidare il lettore in un viaggio attraverso la sfera dei sentimenti e delle emozioni di Norma Jane, che vuole accantonare il gossip e la finzione che da sempre hanno attorniato la sua figura, per darne una nuova immagine sotto una luce completamente diversa.
Un libro bello, sincero, immediato, dove Marilyn parla a Norma Jean e al pubblico in prima persona, racconta della sua profonda solitudine, “Amata da tutti, voluta bene da nessuno”, come l’attrice scriveva nei suoi diari, racconta del desiderio irrealizzato di diventare
mamma, di avere degli amici sinceri. E così l’autore ha ricostruito le amicizie immaginarie e mai realizzate di Marilyn con Audrey, con Ella, con Jane, con Rodolfo. Sentiva di avere in comune con loro un disperato bisogno di essere capiti e ascoltati come esseri umani.
La Monroe ha rappresentato tanto nella società degli anni 50 in Usa, come nel mondo, ha cercato di riscattare la figura femminile schiava degli uomini, ha cercato di liberare dalle catene del ruolo femminile se stessa, come le altre donne, ha combattuto perché delle donne venisse apprezzato il loro cervello e non il loro involucro esteriore.
“Una vita negata” è un romanzo crudo che non nasconde le fragilità e gli errori della diva, ma ne esalta lo spessore umano che ha sempre cercato di riscattarsi dai meccanismi perversi e crudeli del mondo cinematografico e sociale, un romanzo che è uno spaccato della civiltà moderna che incastra le donne in modo particolare in situazioni dalle quali è impossibile uscire. Marilyn è stata coraggiosa, ci ha provato e ci è anche riuscita, senza rendersene conto, a lasciare un segno dei tempi, del suo tempo.
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