Non capita spesso che il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle si trovino d’accordo. Ma questa volta le cose sembrano essere andate diversamente. Grazie ai voti congiunti dei due schieramenti, è arrivata l’approvazione in commissione Senato al disegno di legge sulle unioni civili, di cui è prima firmataria la senatrice del PD Monica Cirinnà.
La commissione Giustizia di Palazzo Madama, ha dato il via libera al testo con 14 favorevoli, 8 contrari e un astenuto. A votare sì sono stati PD, M5S, Psi, ex-M5S e gruppo Misto. Contrari i rappresentati di Nuovo centrodestra, Lega Nord e Forza Italia (tranne Ciro Falanga che si è astenuto). Il provvedimento, non dà diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso ma a qualcosa che si avvicina molto. Le coppie sono definite “famiglie” ed è considerato “vedovo” chi sopravvive al partner, prevedendo il diritto alla pensione del compagno deceduto. I matrimoni contratti all’estero, inoltre, saranno trascritti come “unioni civili”. Rimangono precluse le adozioni, con l’unica eccezione rappresentata dall’adottare il figlio del proprio partner.
Il fondamento giuridico di tale norma è stato trovato nell’art.2 della Costituzione, che riconosce diritti sociali alle coppie formate da persone dello stesso sesso. Critici, i parlamentari di Forza Italia, Lega Nord e Nuovo Centrodestra. Proprio tra Ncd e il PD, potrebbero acuirsi le tensioni iniziate con le dimissioni di Lupi e continuate nel merito di vari provvedimenti: prescrizione lunga e anticorruzione, intercettazioni, decreto antiterrorismo. Critiche, sono state espresse anche dal segretario della CEI, monsignor Nunzio Galatino. “Il testo – attacca il vescovo – vuole fare una forzatura ideologica e ridurre realtà oggettivamente diverse ad una”. La risposta della Cirinnà, non si è fatta attendere: “Rispetto le posizioni della CEI, ma io mi occupo di leggi e diritti, semmai di reati. Non di peccati”. C’è da giurare che lo scontro in commissione tra PD e NCD continui e che potrebbe passare ancora molto tempo, prima delle approvazioni di Senato e Camera. Questo, a meno di eventuali trattative al ribasso per trovare i voti necessari. Su questo punto però, la Cirinnà si dice sicura: “I numeri ci sono. Se qualcuno, anche in FI e Ncd, vorrà fare un voto di coscienza, spero lo faccia”.
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