Università, Manfredi: “Napoli ha grandi risorse, ma è una città che non conosce la normalità e non apprezza l’ordine”

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Gaetano Manfredi

“Finora ritenevo che fosse opportuno comunicare con sobrietà le decisioni prese, i provvedimenti approvati. Invece prendo atto che la leva dell’annuncio è formidabile. La mia parte la sto facendo. Abbiamo già immesso in organico 1600 nuovi ricercatori. E’ una piccola, ma bella prova di concretezza”. Così in un’intervista a ‘Il Fatto Quotidiano’ il ministro dell’Università Gaetano Manfredi.

“Ai 1600 ricercatori già assunti se ne aggiungeranno dal 1 gennaio prossimo altri 4400 – ha detto ancora – non mi sembra un dato secondario, visti i tempi. Saranno contratti a tempo indeterminato. E abbiamo investito 300 milioni di euro per rendere stabile e definitivo questo aumento dell’organico. Poi altri 300 milioni di euro li abbiamo destinati alla cura degli studenti svantaggiati, alle borse di studio per i meritevoli. E da gennaio le università italiane avranno un plafond di 550 milioni di euro per progetti di ricerca. Anche qui la soddisfazione c’è”.

Inoltre, ha rivendicato il ministro, “abbiamo reso finalmente abilitante la laurea in medicina, togliendo di mezzo l’esame di Stato. Abbiamo aumentato di 1500 unità le ammissioni al corso di laurea e di altri 5500 i posti nelle specializzazioni post laurea”.

Manfredi parla poi di Napoli, la sua città, dove è stato rettore alla ‘Federico II’: “Amo Napoli, penso che abbia risorse intellettuali, creative, produttive di grande livello. Ma è una città che non conosce la normalità, non apprezza l’ordine, la misura, la forza enorme di una buona organizzazione. Napoli è fucina di tanti talenti. Ma sconta troppo i suoi difetti caratteriali. Manca nel Sud quella tensione emotiva, quella forza aggregante che è l’ambizione. Puntare in alto, avere fiducia nei propri mezzi, non farsi distrarre dalle scorciatoie”. Un ‘ministro invisibile’, gli viene chiesto facendo riferimento alla sua sobrietà comunicativa? “Io resto un professore universitario”, risponde.