Il vaccino anti-influenza Fluad, appartenente ai lotti 142701 e 143301, ha ucciso tre persone. I casi di decesso sono avvenuti in Sicilia e in Molise, nell’arco temporale compreso tra il 12 e il 18 novembre scorsi. In base alle indagini in Sicilia sono morti un uomo di 68 anni e una donna di 87 anni. In Molise è deceduta una donna di 79 anni. Attualmente si registra un altro possibile caso sempre in Molise, dove un uomo di 92 anni,dopo qualche giorno dalla somministrazione del vaccino anti-influenzale Fluad, riversa in condizioni gravissime in ospedale.
In base alle segnalazioni dei medici curanti, delle Asl e di tutte le strutture pubbliche, l’AIFA (Agenzia Italiana del farmaco) ha dato disposizioni affinché fosse deciso il divieto di somministrazione per i lotti 142701 e 143301 del Fluad, che attualmente si ritiene non diffuso nelle farmacie e nelle strutture private.
L’Agenzia Italiana del farmaco diffonde che «a seguito delle segnalazioni di quattro eventi avversi gravi o fatali, verificatisi in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi provenienti dai due lotti 142701 e 143301 del vaccino antinfluenzale Fluad della Novartis Vaccines and Diagnostics Srl, l’Agenzia italiana del farmaco ha disposto, a titolo esclusivamente cautelativo, il divieto di utilizzo di tali lotti»; in altre parole «in attesa di disporre degli elementi necessari, tra i quali l’esito degli accertamenti sui campioni già prelevati, per valutare un eventuale nesso di causalità con la somministrazione delle dosi dei due lotti del vaccino» niente più vaccini del tipo sospetto. Si «invita i pazienti che abbiano in casa confezioni del vaccino Fluad a verificare sulla confezione il numero di lotto e, se corrispondente a uno di quelli per i quali è stato disposto il divieto di utilizzo, a contattare il proprio medico per la valutazione di un’alternativa vaccinale. L’Agenzia specifica inoltre che i tre eventi a esito fatale hanno avuto esordio entro le 48 ore dalla somministrazione delle dosi dei due lotti del vaccino».
A difesa dei propri guadagni e delle opportunità commerciali per i propri prodotti, la Novartis ci tiene a sottolineare che, per quanto due lotti Fluad hanno ucciso tre persone e ne stanno incontrovertibilmente condannando un’altra, il loro vaccino anti-influenzale è sicuro. Con parole sue la Novartis ci tiene a comunicare ai cadaveri, a quelli che hanno assimilato l’iniezione e a quelli che potrebbero somministrarselo nei prossimi giorni, che la Novartis «ha piena fiducia nella sicurezza ed efficacia dei propri vaccini anti-influenzali e si è immediatamente adoperata in una revisione preliminare dei lotti di vaccino interessati. L’esito di tale revisione ha già riconfermato la qualità e la conformità del vaccino Fluad». In base a questi controlli, avulsi da qualsiasi conflitto di interessi e finalizzati al solo obiettivo di porre la salute dei pazienti davanti a tutto, addirittura a miliardi di profitti, il Fluad è sicuro. Dicevano gli illuministi francesi troppe certezze rendono gli uomini ciechi e (noi sulla scia di questi) forse ancor di più il denaro.
Per avvalorare la sua tesi ed evitare il panico collettivo, che sicuramente non gioverebbe agli attivi della prima industria del paese, la Novartis ci tiene a notificare che il Fluad «è utilizzato dal 1997 e il suo profilo di sicurezza è stato dimostrato da oltre 65 milioni di dosi distribuite con successo in tutto il mondo, che confermano i dati già raccolti durante gli studi clinici che hanno coinvolto oltre 70.000 pazienti».
La fascia di popolazione a rischio decesso sono tutti quegli individui che, avendo oltre 65 anni, infanti di età inferiore a 6 mesi, adolescenti e adulti con patologie croniche, donne al secondo e terzo mese in gravidanza, ricoverati e dipendenti delle strutture sanitarie pubbliche e private, hanno avuto la raccomandazione a iniettarselo. In altre parole è a rischio un buon numero di persone, ma nel frattempo la Novartis minimizza il margine di criticità del vaccino sottolineando la trascurabilità del fenomeno.
La difficile questione del potere politico ed economico delle case farmaceutiche (affrontata dal governo britannico nel 2005) che con i loro fatturati distorcono la realtà dei fatti e per puro profitto sono disposte a chiamare le “campagne commerciali” con il nome più accettabile di “campagne di prevenzione”, i ministeri della salute di tutto il mondo, in primis quello britannico, non sanno che pesci pigliare e rimangono in un enorme e pericoloso stallo.
Per impedire che ci si facciano troppe domande sia sul Fluad, sia sul concetto stesso di vaccino, la Novartis fa appello al passato e alle scienze. Davanti alle scienze la libertà di critica sembra pericolosamente affievolirsi, eppure nessuno discute delle possibili logiche di profitto che portano determinate autorità scientifiche a decidere sulla pericolosità o la sicurezza di un prodotto farmaceutico. Come con l’amianto, a volte si preferisce dare una certa piega alle verità scientifiche e al potere degli effetti di verità delle scienze sulle masse.
L’Agenzia Italiana del farmaco diffonde che «i vaccini sono una risorsa preziosa e insostituibile per la prevenzione dell’influenza stagionale e delle sue complicanze, che possono dare luogo a casi di intensità severa e colpiscono con frequenza maggiore in particolare gli ultrasessantacinquenni e i pazienti affetti da condizioni croniche preesistenti». Sergio Pecorelli, presidente dell’amministrazione dell’AIFA, rincara la dose di certezze affermando che ogni anno «muoiono per l’influenza stagionale 8.000 persone (…). Bisogna evitare che crolli il numero di persone che si vaccinano. Dobbiamo avere fiducia nei vaccini, e per fortuna il periodo utile per l’immunizzazione è già a metà».
L’AIFA è l’ente di diritto pubblico gestito dal Ministero della Salute e dal Ministero dell’Economia e finanze che tra i suoi doveri non solo ha l’obbligo di salvaguardare sulla salute dei cittadini, ma,anche, quello di provvedere alla spesa farmaceutica in un contesto di compatibilità anche con gli interessi economico-finanziari, di competitività, dell’industria farmaceutica, quello di promuovere e foraggiare la ricerca scientifica, quello dialogare con i medici, le imprese, la distribuzione.
Giusto per mettere ulteriormente in evidenza il conflitto di interessi occulto tra istituzioni politiche, accademiche e industriali, il fatturato dell’industria farmaceutica tedesca è due volte superiore al PIL della Germania stessa. L’industria farmaceutica italiana in Europa è seconda solo a quella tedesca e la prima fattura 26 miliardi di euro ogni anno (di cui il 67% è dovuto all’export). L’intera manifattura italiana in questi anni di crisi ha guadagnato dall’export un più 7%, l’industria farmaceutica un più 44%. L’industria farmaceutica italiana paga allo stato ogni anno 13,1 miliardi di euro di tasse sui profitti, occupa nelle aziende 63.500 persone e 200.000 nell’indotto, 5.950 ricercatori finanziati con 1.230 milioni di euro. Lombardia, Lazio, Toscana, Veneto sono le regioni trainanti dell’industria farmaceutica, per non parlare del volume di spesa sanitaria che lo stato paga alle loro aziende e ai loro istituti di ricerca pubblica e privata.
Dopo tutto ciò siamo sicuri che il Fluad sia sicuro? Siamo sicuri che il vaccino e con esso la medicina convenzionale ci rendono più forti? Siamo sicuri che le scienze non fanno economia politica?
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