Variante XE Omicron, Ricciardi: “Oggi chi ha 2 dosi non è vaccinato”

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Sotto i riflettori la nuova variante XE, un mix tra Omicron 1 e Omicron 2 secondo le prime analisi che non possono ancora delineare un quadro chiaro su sintomi, durata, incubazione

La nuova variante Omicron XE “sembra più contagiosa” e “una persona che oggi ha 2 dosi non è praticamente vaccinata”. Il professor Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, si esprime così ad Agorà sul quadro del covid oggi, in Italia e non solo. Sotto i riflettori la nuova variante XE, un mix tra Omicron 1 e Omicron 2 secondo le prime analisi che non possono ancora delineare un quadro chiaro su sintomi, durata, incubazione.

“E ancora sotto osservazione, ci sono 600 casi in Gran Bretagna”, che in parte “agevola la formazione di varianti anche perché dal 24 febbraio non ha alcuna restrizione. La nuova variante non sembra più letale per il momento, sembra più contagiosa e questo è preoccupante perché genera un contagio enorme con il coinvolgimento di cittadini e anche operatori sanitari: in questo momento in Gran Bretagna si aspettano 20 ore per un’ambulanza, non riescono a dare risposte né in emergenza né in elezione. L’attesa per un intervento chirurgico in elezione è 10 anni”, spiega.

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Il virus contagia anche i vaccinati, in particolare chi non ha fatto il booster. “Questa vaccinazione è fatta con 3 dosi. Una persona che oggi ha 2 dosi non è praticamente vaccinata. Questa malattia non dà un’immunità permanente, anche un soggetto guarito può reinfettarsi. Fino al 4% delle persone si reinfetta e cominciano ad esserci soggetti che si reinfettano più di due volte. Ci dobbiamo preparare mentalmente ad una battaglia di lunga durata che non finisce con l’emergenza giuridica: vaccinazioni, green pass, mascherine e comportamenti saggi vanno tenuti”, prosegue.

I contagi si diffondono in particolare nelle fasce caratterizzate da una copertura vaccinale ridotta: “La vaccinazione pediatrica è stato un fallimento, non ha raggiunto neanche il 38%. Lo spiego con la diffidenza dei genitori che temono più il vaccino della malattia, senza rendersi conto che la malattia è insidiosa: si sa come comincia ma non si sa come finisce, nel 10% dei bambini si ha il Long Covid con una lunga situazione di spossatezza”.

Si parla dell’ipotesi di cancellare l’obbligo di mascherine al chiuso dal primo maggio. Il ministro Roberto Speranza “ha detto chiaramente che la decisione verrà presa sulla base dei contagi. E’ presumibile che i contagi aumenteranno. L’indice R0 variante di Wuhan era 2,4-2,6. Ora siamo tra 15 e 22, una persona che entra in uno spazio chiuso ne contagia mediamente tra 15 e 22. Le mascherine sono un presidio importantissimo, vanno tenute soprattutto all’esterno. Se i dati tornano ad una crescita forte che compromette la sicurezza del servizio sanitario nazionale” non è opportuno procedere con ulteriori allentamenti.