Road Tv Italia ha raccolto in esclusiva le dichiarazioni del Presidente di Napoli Sotterranea Enzo Albertini, all’indomani delle polemiche suscitate dal servizio della Iena Giulio Golia sul “tunnel borbonico”. Albertini non la manda certo a dire: “le Iene, nel loro servizio, hanno evidentemente deciso di prendere una posizione faziosa, omettendo qualsiasi riferimento alla verità processuale, così come riconosciuta da un Tribunale dello Stato. Inoltre molte mie dichiarazioni sono state inspiegabilmente tagliate in sede di montaggio“.
Il Tribunale mi ha dato ragione: cosa c’è da aggiungere?
Il Presidente di Napoli Sotterranea racconta con grande determinazione la sua verità sul presunto utilizzo abusivo del dominio e della dicitura “Tunnel borbonico“, ripercorrendo le vicende giudiziarie che gli avrebbero dato pienamente ragione su tutto: “Il Tribunale di Napoli con sentenza depositata in data 18 febbraio 2014, mi ha dato ragione e ha inibito al Sig. Gianluca Minin e all’Associazione Culturale “Borbonica Sotterranea” l’utilizzo della locuzione “tunnel borbonico”, «anche quale nome di dominio o altro segno distintivo», e ha disposto quindi il trasferimento in capo alla Napoli Sotterranea «dell’atto di registrazione del marchio ‘tunnel borbonico’. Di conseguenza, sono l’unico soggetto legittimato – come da decisione del Tribunale di Napoli – ad utilizzare la locuzione “tunnel borbonico” come marchio, nome di dominio o altro segno distintivo. Il Tribunale ha inoltre negato – conclude Albertini – che io abbia compiuto qualsivoglia condotta anti-concorrenziale ai danni del Ministero o della sua associazione».
Il teatro greco romano? Per ora è un bene privato, se la Soprintendenza lo ritiene, faccia un esproprio
Ma Albertini affronta anche il tema delle visite che la sua associazione organizza al teatro greco-romano del centro storico di Napoli che, secondo quanto dichiarato dalla Sovrintendenza ai Beni Architettonici, durante il servizio delle Iene, sarebbero abusive: “stupisce che la Dott.ssa Daniela Giampaoli, da tempo informata dell’esistenza di tale opera, rinvenuta nel lontano 1994 dal sottoscritto e di straordinaria importanza storico-archeologica, affermi che non siano lecite le visite. Il Teatro, infatti, è presente nel sottosuolo di un’area che abbraccia diversi palazzi, con numerose abitazioni private ed esercizi commerciali. La visita al Teatro – che è presente all’interno di una proprietà privata e gestita senza alcuna sovvenzione pubblica – è gratuita e offerta, occasionalmente, ad amici e visitatori. Sarebbe stato sufficiente essere un po’ più scrupolosi e notare che, presso il Teatro, non esiste alcuna biglietteria e che non c’è alcun fine di lucro“.
Basta polemiche, facciamo qualcosa di buono per la città
Ma, dietro la rabbia, Albertini è amareggiato per il danno subito ancora una volta dalla città di Napoli, che certo non ci ha fatto una bella figura. “Dovremmo smetterla di farci la guerra tra noi. Il signor Minin pensi a impegnarsi a fare qualcosa di buono per la città, come probabilmente sta già facendo, invece che pensare a un marchio che non potrebbe nemmeno avere se il suo tunnel fosse effettivamente riconosciuto dal Ministero come un ‘tunnel borbonico’. Le polemiche servono a poco, se non a far divertire qualcuno. Spero che la questione finisca qui, e che tutti si attengano alla legge, che va rispettata”.