Pino Daniele poteva essere salvato? È la domanda che tutti si stanno facendo in questi giorni di dolore per la scomparsa dell’amato cantautore partenopeo. Il perché è semplice: c’è qualcosa che non quadra, nella complessa dinamica di scelte che hanno portato alla morte dell’artista. A lasciare tanti dubbi è soprattutto l’assurda decisione, dinanzi al malore che il cantante ha avuto mentre era nella sua casa in Toscana, di tentare di raggiungere Roma, dove lavora Achille Gaspardoni, il cardiologo di fiducia di Pino Daniele: la lunga corsa in macchina gli sarebbe stata fatale.
Ma c’è di più: stando a quanto raccontato dai familiari e conoscenti di Pino Daniele agli inquirenti, che stanno indagando nell’ambito di un procedimento per omicidio colposo contro ignoti, già da qualche giorno, e soprattutto dalla mattina di quel 5 gennaio, Pino Daniele stava poco bene. Un malessere iniziato qualche giorno prima, già in occasione di quella che sarebbe stata la sua ultima apparizione in pubblico, al concerto di Capodanno a Courmayer. Un malessere che il cantante avrebbe sottovalutato. Sotto la luce di queste nuove rivelazioni, la verità sulla morte di Pino Daniele potrebbe apparire completamente diversa. Ne abbiamo parlato con il dottor Stefano Nardi, affermato cardiologo napoletano. Ascoltate cosa ci ha detto su Pino Daniele e sulle tragiche circostanze della sua morte.
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