Secondo giorno di passione per i circa 20 lavoratori della società Astir che hanno occupato in segno di protesta le impalcature per i lavori del palazzo Reale. I lavoratori lamentano il mancato pagamento della cassa integrazione da quattro mesi e il provvedimento del giudice che ha sospeso l’erogazione della stessa almeno fino a dicembre, quando il futuro degli ex lavoratori dell’Astir sarà delineato.
La vertenza Astir è ormai da mesi a un passo dalla chiusura. Gli ex dipendenti della società gestita dalla regione Campania attendono di essere assorbiti nel nuovo soggetto nato dalle ceneri di Astir. Oltre 450 famiglie attendono con trepidazione di conoscere il loro futuro, intanto il provvedimento messo in atto dal giudice rischia di privare i lavoratori di quel minimo sostegno economico per mettere un piatto in tavola. «Il presidente Caldoro ci aveva promesso che in caso di decisione del giudice a noi sfavorevole si sarebbe impegnato personalmente ad assumerci – dichiara una manifestante – e ci ha dato la sua parola che esiste un piano B. Dov’è finito questo piano B?»
I lavoratori non si spiegano come mai, pur essendo tutto pronto, non si proceda all’immediata assunzione. Pronti i fondi, circa 54 milioni di euro, pronti gli accordi con il nuovo soggetto e, cosa importante, prevista per legge la “mobilità orizzontale” dei lavoratori.
La protesta, come annunciano i lavoratori, andrà avanti a oltranza. I dipendenti chiedono un piano urgente e l’apertura di un tavolo di trattative immediato al governatore Stefano Caldoro. «Fino a quando non si decideranno ad ascoltarci resteremo qui – dichiara Pasquale Trammacco, rappresentante dei lavoratori – prima ci ascolteranno prima scenderemo».
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