Il processo di Vincenzo Iacolare, accusato di stupro e tentato omicidio ai danni di Vincenzo, il 14enne di Pianura seviziato con il compressore, avrebbe dovuto essere celebrato questa mattina con rito immediato, invece l’udienza è slittata per consentire l’assegnazione del caso a una sezione “semispecializzata” del tribunale di Napoli.
La settima sezione del Tribunale di Napoli, davanti alla quale era fissata la prima udienza del giudizio immediato, ha accolto la richiesta della difesa dell’imputato, Vincenzo Iacolare, e ha quindi trasferito il fascicolo al presidente del tribunale, che dovrà ora assegnarlo a un collegio che si occupa nello specifico di reati a sfondo sessuale. Un trasferimento che farà slittare l’udienza al prossimo 29 gennaio.
Vincenzo, il 14enne vittima di quell’assurdo atto di bullismo, era in aula questa mattina, accompagnato dai suoi genitori. Non c’era invece Vincenzo Iacolare, che dallo scorso 7 ottobre, giorno della tragica aggressione che ha messo in pericolo la vita del 14enne di Pianura, si trova in custodia cautelare in carcere. Gli altri componenti della banda che aggredì Vincenzo in un autolavaggio di Pianura sono invece sotto inchiesta, in attesa dell’esame della richiesta di rinvio a giudizio.
Una magra consolazione per la famiglia del piccolo Vincenzo, a cui quell’aggressione ai danni del figlio ha cambiato la vita: la madre di Vincenzo infatti ha perso il lavoro per assistere il 14enne ferito durante la lunga degenza in ospedale e la serie di interventi che il ragazzo ha dovuto affrontare per la ricostruzione dell’intestino. La famiglia, con il padre disoccupato, è finita in breve tempo sul lastrico, dimenticata da tutti.
Una situazione che la mamma di Vincenzo ha denunciato poche settimane fa in una lettera pubblicata sul suo profilo Facebook. Eccone alcuni stralci: “Il 2014 per la mia famiglia ma soprattutto per mio figlio, Vincenzo (per ricordare, mio figlio stava per essere ammazzato ‘per gioco’ come lo definiscono quei delinquenti, con un tubo di aria compressa presso un autolavaggio sito a Pianura (quartiere di Napoli), è stato un anno terribile, difficile da dimenticare, anche perché Vincenzo dovrà ritornare in ospedale per la ricostruzione del colon, ma soprattutto per abbandonare definitivamente quella borsetta che tutt’oggi è ancora insieme a lui”.
“Dal mio quartiere mi sarei aspettata più solidarietà, ma soprattutto dalle associazione territoriali e dalla chiesa, e quando dico solidarietà non parlo in termini economici che in determinate circostanze non contano sicuramente più della vita di un bambino, la stessa che ho ricevuto invece dal resto dell’ Italia, sia persone fisiche, associazioni e istituzioni”. Il piccolo Vincenzo avrebbe infatti voluto incontrare papa Francesco, ma cessato il clamore mediatico sulla sua vicenda, nessuno si è più attivato, purtroppo, per realizzare questo suo desiderio.
This post was published on Gen 27, 2015 16:21
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