“Una donna che denuncia non può poi subire anche le conseguenze della vittimizzazione secondaria. Quest’ultima è la recrudescenza della sofferenza della vittima di violenza, soprattutto di genere, causata dal modo in cui le Istituzioni sono intervenute dopo la denuncia. Questo è successo, purtroppo, nel caso di questa donna abbandonata e perseguitata dallo stesso sistema, che avrebbe dovuto tutelare lei e il suo bambino”. A parlare è l’avvocato Monica Nassisi, legale di una donna vittima di violenza familiare, che ha raccontato la sua storia ad Anna Copertino per RoadTv Italia.
“Una moglie e madre – prosegue l’avvocato – denuncia il marito, padre di suo figlio, per maltrattamenti. L’uomo viene condannato dal Tribunale Penale di Napoli in tutti i gradi di giudizio,ma il Tribunale civile, nel giudizio di separazione e affidamento del minore, separa il figlio dalla madre, mettendolo in casa famiglia. Motivo: la conflittualità tra i genitori. Il pericolo in queste situazioni è la totale perdita di fiducia delle vittime nelle istituzioni. Se si continuerà ad agire cosi – conclude –, le donne non denunceranno più e continueranno a morire”.
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