Vittima innocente di camorra, dopo 14 anni riconosciuti i benefici alla famiglia di Gianluca Cimminiello

“La sentenza del giudice civile premia la tenacia dei familiari di un ragazzo innocente ucciso dalla camorra e di un avvocato (Giovanni Zara, ndr), che dopo anni di battaglia quasi in solitudine sono riusciti a dimostrare l’enorme abbaglio preso dal Ministero dell’Interno. E speriamo che questa decisione serva al Viminale a rispondere in modo obiettivo, da oggi in poi, ai familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata, mettendo da parte quei pregiudizi sui luoghi a forte presenza di organizzazioni delinquenziali dove non tutti sono affiliati o collusi, e dove è giusto distinguere e valutare caso per caso”.

Susy Cimminiello, sorella di Gianluca Cimminiello, vittima innocente ucciso dalla camorra il 2 febbraio del 2010 a Secondigliano (Napoli), non si sente soddisfatta dopo la sentenza del giudice di Napoli che ha accolto la domanda di riconoscimento dei benefici economici avanzata dalla madre Nunzia Rizzo, domanda sempre rigettata dal Ministero dell’Interno, cui la prima istanza fu presentata tramite la prefettura di Napoli nel lontano 2011. Ci è voluto un processo civile e soprattutto una sentenza della Consulta, la 122 del luglio scorso che ha cancellato dall’ordinamento la norma sul quarto grado di parentela, perchè la Rizzo si vedesse riconosciuto un diritto più che legittimo. “Sono arrabbiata, non è possibile che il Ministero dopo la sentenza della Consulta non si sia fatto proprio sentire”. Ieri la Cimminiello è stata anche a Roma, al Senato, dove c’era un convegno proprio sulle vittime innocenti della criminalità organizzato dalla Commissione parlamentare Antimafia, alla presenza della presidente Chiara Colosimo e del fondatore di Libera don Luigi Ciotti.

“Alla Colosimo ho parlato della sentenza del giudice – racconta la Cimminiello – e le ho chiesto di intervenire per mettere fine una volta per tutta a questa storia, anche per le altre vittime che ancora attendono di vedersi riconosciuti i propri diritti”. Proprio la Colosimo era intervenuta sul quarto grado dicendo di voler modificare la norma, prima che la cancellasse la Consulta; è stato quindi presentato nei mesi scorsi un emendamento che tiene ferma la previsione della non estraneità delle vittime agli ambienti delinquenziali per vedersi riconosciuti i benefici, requisito che non si può però più provare sulla base del quarto grado, ma che il Ministero dovrà dimostrare provando concrete frequentazioni con ambienti criminali. “Speriamo che questa previsione diventi presto legge” auspica la Cimminiello.

This post was published on Gen 24, 2025 14:30

Redazione Desk

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