Gianluca Cimminiello fu ucciso il 2 febbraio 2010 da un commando di camorra solo per essere riuscito a scattare una foto con il suo idolo, il calciatore Ezequiel Lavezzi, allora attaccante del Napoli. Una foto che suscitò l’invidia di molti fino a diventare la sua condanna a morte. Un tatuatore rivale, infatti, mosso da gelosia, si rivolse al clan Amato-Pagano per dare una ‘lezione’ a Gianluca. Due persone si presentarono nel suo negozio, a Casavatore, per pestarlo, ma Cimminiello, reagendo, riuscì a metterli in fuga. Dopo pochi giorni il 32enne trovò la morte. Stavolta nel suo negozio si presentò una persona armata, con l’intento di uccidere, e purtroppo non fallì.
Per l’omicidio di Cimminiello, la Corte di Assise del Tribunale di Napoli ha condannato nel 2018 all’ergastolo due uomini legati al clan degli scissionisti. Nel 2021 la Corte Suprema di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per il mandante e il coesecutore dell’omicidio.