Ancora un evento volto a dare un segnale forte contro le illegalità e che sottolinea l’importanza del fare “memoria” per le vittime innocenti di criminalità. A Napoli l’intitolazione del presidio di Libera Vomero- Arenella a Gianluca Cimminiello e Petru Birlandeanu, vittime innocenti della camorra e del pregiudizio. Sì del pregiudizio, perché su questi ragazzi, due artisti, Gianluca un tatuatore di Secondigliano e Petru un musicista rumeno, sono state dette parole che volevano far supporre un loro coinvolgimento nei fatti criminali. Il lavoro giuridico ha in seguito assicurato la loro estraneità al mondo della camorra; oggi arriva anche il riscatto umano.
La legalità si costruisce ogni giorno, 365 giorni all’anno
Il presidio Libera Vomero – Arenella nasce dall’iniziativa di giovani vomeresi che credono che “il contrasto all’illegalità si fa ogni giorno, 365 giorni all’anno”, e che hanno deciso di intitolarlo a due vittime innocenti di criminalità, Gianluca e Petru. Tra i fondatori del presidio il nipote del giornalista Siani, Gianmario Siani, Francesco Clemente figlio di Silvia Ruotolo ed Emanuela Scamardella figlia di Palma Scamardella, tutte vittime innocenti di camorra. Emozionante ieri, in occasione dell’intitolazione, la presenza di Alessandra Clemente, Assessore alle Politiche Giovanili e alla Creatività, che ci ha tenuto a sottolineare la sua partecipazione “semplicemente come figlia di Silvia Ruotolo“, al di là di ogni ruolo istituzionale. A introdurre l’evento Ilaria Giugni, membro del presidio, accompagnata dalle note di Roberto Paolo Ormanni, musicista e autore di un toccante brano in ricordo di Petru. Tra i tanti intervenuti Geppino Fiorenza referente campano di Libera, Antonio D’amore referente provinciale di Libera, Vincenzo Castaldi papà di Paolo Castaldi, Lorenzo Clemente marito Di Silvia Ruotolo, Paolo Siani fratello di Giancarlo Siani, Lucia Montanino moglie di Gaetano Montanino ed alcuni tra i referenti territoriali dei presidi di Libera in Campania. E poi tantissimi giovani, studenti, insegnanti, ragazzi, gente comune e rappresentanti delle associazioni che si occupano del contrasto alla criminalità, tutti presenti a stringersi con affetto intorno a Susy e Palma Cimminiello, le sorelle di Gianluca, e alla memoria di Petru.
Gialuca e Petru, due morti assurde
Due morti che hanno dell’assurdo, e che oggi più che mai è giusto ricordare. Gianluca Cimminiello aveva 31 anni quando fu ucciso: era un tatuatore, un ragazzo che era riuscito ad avere il suo riscatto lontano dal quartiere d’origine, facendo il suo lavoro con onestà. Per una gelosia professionale, nata da una semplice foto, fatta con un calciatore e postata su Facebook , Gianluca è costretto a difendersi da un tentativo di pestaggio da parte di alcuni uomini legati al clan degli scissionisti di Secondigliano. È campione di kickboxing, Gianluca, e in quell’occasione non solo riesce a difendersi, ma ha la meglio su di loro. Un’offesa troppo grande per gli scissionisti. “A tavolino” si decide che Gianluca deve morire. Tre giorni dopo verrà ucciso, assassinato nel suo negozio, sparato alle spalle perché è così che i vigliacchi uccidono. Grazie alle indagini e a una testimone verrà trovato il suo assassino. Petru Birlandeanu, fisarmonicista, morì ucciso nel maggio del 2009, da un proiettile vagante in una sparatoria tra clan rivali per questioni territoriali. Petru morì, accasciato in una pozza del suo stesso sangue, vicino alla moglie Mirella e al figlio, tra l’indifferenza totale delle persone che passavano nella Cumana di Montesanto e i soccorsi che tardarono ad arrivare. Due morti che è importante ricordare. Con la speranza e la fiducia che il ricordo possa innescare virtuosi meccanismi di partecipazione attiva che tramutino la memoria in impegno quotidiano.