Da un’indagine recentemente svolta dall’Enac, è emerso che le compagnie aeree continuano a tenere schedulati voli che sanno già di non poter garantire. Il viaggiatore rischia, così, di restare definitivamente insoddisfatto: infatti, i voucher – oltre ad avere una scadenza precisa – spesso non sono neppure realmente utilizzabili per carenza di voli.
Eppure, in astratto, le compagnie aeree conoscono il piano dei voli che non potranno garantire, perché relativi a destinazioni bloccate o con un numero di passeggeri che li rende anti economici.
In prossimità della crisi emergenziale che dapprima ha causato la sospensione nella circolazione (anche) aerea e nell’intento di operare un ragionevole bilanciamento tra l’interesse individuale del viaggiatore e quello collettivo a evitare crisi di settore, il c.d. decreto Cura Italia, come ritoccato in sede di conversione, affida al vettore la scelta di rimborsare il cliente, emettere un voucher da utilizzare entro un anno dalla data di emissione oppure proporre un soggiorno/pacchetto di viaggio di valore pari o superiore rispetto a quello acquistato.
La soluzione finisce per far ricadere sui cittadini, già provati economicamente dagli effetti del lockdown, rischi di natura imprenditoriale che dovrebbero essere gestiti dalle compagnie aeree anche attraverso gli aiuti che gli Stati hanno messo a disposizione.
Non a caso, quindi, la Commissione UE ha già inviato a dodici Paesi dell’Europa –Italia compresa– una lettera di raccomandazione, sollecitando i Governi degli Stati Membri ad intervenire per garantire agli utenti la possibilità di scegliere tra il buono-viaggio e la restituzione dell’importo pagato.
E, in assenza di una pronta reazione alle raccomandazioni da parte dell’Italia, la Commissione UE ha reso noto di aver avviato due procedure di infrazione contro il nostro Paese per aver violato la normativa comunitaria relativamente ai diritti dei viaggiatori via aereo, traghetto e pullman.
I procedimenti sono nella fase iniziale e consentono al Paese Membro interessato di replicare entro i due mesi, al fine di evitare l’applicazione delle sanzioni. È quindi necessario contemperare l’esigenza dei viaggiatori e la salvaguardia del settore turistico, ma non a totale mortificazione della prima.
Per questo, Meritocrazia Italia sollecita un immediato intervento normativo in adeguamento alle raccomandazioni della Commissione Europea. Ma non solo: per evitare la mortificazione del settore, sarà opportuno puntare su nuovi incentivi a beneficio delle compagnie e sollecitare le associazioni di categoria che rappresentano le aziende del settore aereo perché assicurino maggiore elasticità nell’utilizzo dei voucher in termini di validità e di possibilità di cessione ai terzi, laddove emessi nelle situazioni di effettiva emergenza.
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