Wuhan – Dopo il rapporto di ricercatori indipendenti vicini all’OMS circa le criticità rilevate durante la gestione dell’emergenza Covid in Cina e nel mondo, il Wall Street Journal riporta la notizia che in Cina già nel novembre 2019 tre ricercatori del centro di virologia di Wuhan si sarebbero ammalati di covid, rilanciando così la possibilità che effettivamente il virus sia stato diffuso, non è chiaro se dolosamente o per colpa, dal laboratorio cinese. Questo sulla base delle indagini compiute dall’intelligence americana e riportate su uno dei maggiori quotidiani americani.
La notizia rimbalzata nel resto del mondo, ha trovato naturalmente il governo cinese contrariato, tacciando l’articolo di giornale come mero esempio di complottismo.
Ieri, però, in conferenza stampa, Anthony Fauci, già collaboratore ed esperto virologo al servizio della presidenza Trump ed ora di quella Biden, ha parlato chiaramente, quando gli è stato chiesto se il virus fosse stato originato naturalmente, rispondendo: “non ne sono convinto, penso che dovremmo indagare su ciò che è successo in Cina. Certamente le persone che stanno indagando sostengono che l’emergenza nasca da un animale che ha contagiato gli individui, ma potrebbe essere stato qualcos’altro e noi abbiamo bisogno di scoprirlo. Per questo sono assolutamente a favore di un’indagine”.
Partendo dal presupposto che ogni ipotesi finora costituita non ha trovato effettivo riscontro, dall’origine animale, a quella umana, passando per l’indagine compiuta dall’OMS, poco coadiuvata dal regime cinese, la sensazione è, che riportare in auge un’eventuale responsabilità del centro di virologia di Wuhan, fatto non sfuggito già nei primi mesi del 2020, ma subito bollato come complottista, dia la sensazione che almeno in questo ambito la presidenza Biden sia concorde con la precedente circa il giudizio non lusinghiero verso la Cina e che in effetti il mondo si ritrova ancora lontano dalla verità ed in balia di una scarsa chiarezza da parte dei propri governi convogliata in scelte politiche e mediche non pienamente condivisibili.
di Luigi Casaretta
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