A Napoli la X edizione del “Tattoo expo”: arte ed espressione alla Mostra d’Oltremare (Photo gallery)

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di Dario Garofalo e Oscar De Simone

NAPOLI – Ultime ore oggi, presso i locali della Mostra d’Oltremare nel quartiere di Fuorigrotta, della X edizione del “Tattoo expo”.

Special guest dell’evento è stato il celebre Joe Capobianco, accompagnato da altri professionisti del settore giunti in Italia da ogni angolo del mondo, come Alex De Pase, Boog Brown, e Paolo Serao. Solo per nominarne alcuni.

La manifestazione sempre molto seguita da giovani e meno giovani, ha una notevole capacità di aggregazione degli appassionati del settore. Da sempre infatti il tatuaggio è stato sinonimo di collettività.

Tingersi la pelle è stata in passato una pratica centrale, nell’espressione di necessità personali da rappresentare all’esterno. Ne è un fulgido esempio la cosiddetta mummia del Similaun (Ötzi, risalente alla prima età del rame) che riporta numerosi tatuaggi su gran parte del corpo, al di sopra di punti doloranti. Si presume che i tatuaggi in questo caso avessero valenza medica, in quanto “indicavano” agli spiriti il punto preciso su cui agire.

Il tatuaggio poi, da usanza tipicamente magica ha assunto una connotazione prima mistica e poi simbolica. Le popolazioni Celtiche ad esempio, erano solite tatuarsi differenti spiriti guerrieri in base alla loro appartenenza etnica, sociale e religiosa. Anche molte popolazioni primitive dei giorni nostri, adoperano la pratica del tatuaggio per indicare i passaggi di stato sociale.

Altro discorso di fondamentale importanza è il dolore. Ad esso è associata la capacità di sopportazione e di conseguenza la facoltà di far fronte a situazioni e circostanze estreme (guerrieri, cacciatori o shamani).

In epoca più recente, le caratteristiche comunitarie si sono traslate nei successivi gruppi sociali.

Ad esempio, solo pochi secoli fa, era comune tra carcerati o marinai tatuarsi per sottolineare la loro appartenenza ed identificazione con un determinato gruppo sociale (i tatuaggi “traditional”, come nave, ancora o rondini, risentono proprio di questa influenza).

Con i tempi moderni invece, il tatuaggio ha assunto una connotazione più interiore ed individuale che sia esso espressione di una propria spiritualità, appartenenza ad un gruppo, o adesione ad una vera e propria forma d’arte, come si è visto tra alcuni partecipanti di questa edizione del tattoo expo.

Il tatuaggio che maggiormente sottolinea questo concetto, è certamente quello di un ragazzo che ha deciso di dedicare il proprio corpo alla città d’appartenenza, stabilendo un legame d’amore e successione con essa. Da Totò ad Eduardo De Filippo, passando per il Vesuvio al Castel dell’Ovo e Pulcinella, la schiena di questo giovane appassionato mostra tutti i simboli della Napoletanità.

Storia ed arte dunque si fondono come pelle ed inchiostro, in questa manifestazione che continua a stimolare la fantasia dei tatuatori accorsi alla Mostra d’Oltremare.  

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