Oltre 100 mila persone hanno sfilato in corteo per le strade di Latina nella “XIX giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle Vittime delle mafie”, organizzata dall’associazione Libera. “Chiediamo che la politica – ha detto Don Ciotti dal palco di Piazza del Popolo – decreti per legge che il 21 marzo sia la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Chiediamo che lo Stato riconosca questo giorno. Non ci sono più alibi“.
“Siamo venuto a cercare verità per don Cesare Boschin e tanti altri, per non dimenticare che le organizzazioni mafiose imperversano in tutto il territorio e anche l’Agro Pontino“- con queste parole Don Ciotti, alla testa del lungo corteo, ha sottolineato – ci sono migliaia di ragazzi, qui c’è un’Italia intera che si è data appuntamento“.
Rispetto alla questione della Terra dei fuochi, e circa le dichiarazioni del pentito Schiavone, don Ciotti ha ricordato che- “si sapeva tutto da vent’anni, mi sono stupito di chi si sia stupito. Boschin vedeva tutto questo dalla sua finestra e sulla sua morte non sappiamo ancora la verità. Non c’è strage in Italia di cui si conosca la verità“. Ha inoltre ricordato le parole del Santo Pontefice, nell’incontro privato con i familiari delle Vittime Innocenti. “Il papa è stato chiaro: piangete e convertitevi, in ginocchio a voi uomini e donne mafiosi chiedo di cambiare vita“.
Con Don Ciotti, in corteo si sono uniti anche il presidente del Senato Pietro Grasso, Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il procuratore Giancarlo Caselli, la presidente della commissione antimafia Rosy Bindi, il vescovo di Latina Monsignor Mariano Crociata, numerosi parlamentari pontini e il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi.
Dopo la marcia, che ha attraversato il corso principale, li ha visti tutti sul palco con Don Luigi Ciotti. “La risposta più urgente che possiamo dare è un rafforzamento degli strumenti per il contrasto alla criminalità economica, al potere economico delle mafie. Stiamo lavorando per dare a breve risposte in questo senso” – ha dichiarato Andrea Orlando ministro della Giustizia, presente a Latina per essere vicino a Libera.
“Oggi siamo tutti responsabili – ha dichiarato Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia – confidiamo nella richiesta di conversione che il Papa ha chiesto rivolgendosi ai mafiosi. I mafiosi sono forti perché qualcuno si gira dall’altra parte, c’è qualcuno che pensa che ci si possa convivere o fare affari – ha aggiunto – bisogna rispondere No con forza. Se da queste giornate ci sarà una persona in più che vuole fare la lotta alla mafia avremo ottenuto un risultato incisivo“.
Sul palco a pedali allestito di lato al palco, ed alimentato grazie ai ciclisti di Andrea Satta e Tetes de Bois in un silenzio surreale rotto solo dagli applausi della folla, sono stati scanditi gli oltre 900 nomi di Vittime di camorra e di mafia: da Giovanni Falcone a Paolo Borsellino da Giancarlo Siani a Peppino Impastato, da Gigi e Paolo a Silvia Ruotolo, da Marcello Torre a Gianluca Cimminiello, e da Simonetta Lamberti a Antonio Landieri, da Alberto Vallefuoco a Emanuela Loy.
Commozione anche quando sono stati nominati Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giornalista e l’operatore del TG 3 assassinati il 20 marzo 1994, lungo una strada di Mogadiscio, in Somalia. In rappresentanza del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, l’Assessore alle Politiche Giovanili Alessandra Clemente, figlia della Vittima Silvia Ruotolo.
Tra i tanti intervenuti, i familiari del Coordinamento Campano Vittime Innocenti della criminalità, Alfredo Avella presidente dello stesso, Lorenzo Clemente, Paolo Siani, i fratelli Diana, le sorelle Cimminiello, Massimiliano Noviello, le Famiglie Torre, Landieri, Scamardella, Castaldi, Lamberti, Romanò, Cappuccio, Di Bona, Miele, Nuvoletta, Vairo, Scherillo, Romano, Veropalumbo, Beneventano e i superstiti e familiari della strage del Treno 904.
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