La zona rossa dei Campi Flegrei si allarga

La zona rossa dei Campi Flegrei, da evacuare in caso di eruzione, si allarga ai comuni di Marano e Giugliano e ad alcuni quartieri di Napoli. Sale l'allerta

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Campi Flegrei, capo Ingv: "Scenario peggiore è l'eruzione come nel 1538"

L’allarme sul rischio eruttivo dei Campi Flegrei era stato lanciato qualche giorno fa da alcuni esperti vulcanologi. Ieri il vertice della Protezione Civile Nazionale tenutosi in Regione Campania ha allargato la zona rossa per l’evacuazione in caso di eruzione dei crateri della zona flegrea, collegati al Vesuvio dalla stessa camera magmatica: una circostanza che ha fatto ipotizzare anche scenari apocalittici di un’eruzione congiunta. Su quanto sia probabile che un tale evento eruttivo si verifichi abbiamo già parlato in questo articolo.

Ecco i quartieri e i comuni ai quali si è allargata la zona rossa dei Campi Flegrei

Andiamo a vedere invece cosa è cambiato per quanto riguarda le aree a rischio, che sarebbero eventualmente coinvolte nell’eruzione: la zona rossa dei Campi Flegrei si è allargata, comprendendo anche i comuni di Marano e Giugliano, con le frazioni Licola, Varcaturo e Lago Patria e, dall’altro versante, i quartieri napoletani di Chiaiano, Arenella e una piccola parte di San Ferdinando (da Santa Lucia a piazza del Plebiscito).

L’appello dei sindaci alla Protezione Civile: serve un piano definitivo

L’ampliamento della zona rossa è un buon risultato, ma si deve fare di più: i sindaci dei comuni che ricadono nella zona rossa hanno rinnovato l’appello a Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile, perché si accelerino i tempi per la realizzazione di un piano di sicurezza definitivo, inutilmente atteso da decenni. Ma proprio ora che il territorio dei Campi Flegrei è sotto la “massima attenzione” degli esperti, i sindaci e i cittadini delle zone a rischio chiedono chiarezza.

A marzo inizieranno le prove di evacuazione. Prossimo tavolo il 30 novembre

Il prossimo tavolo tecnico tra Protezione Civile e Regione Campania è previsto per il 30 novembre. Entro quella data sia il dipartimento nazionale della Protezione Civile che l’assessore regionale dovranno reperire nuove risorse per avviare interventi di sicurezza, a cominciare dalla definizione dei gemellaggi tra le città e i quartieri da evacuare e le regioni ospiti. Tra marzo e aprile sono invece previste le prove di evacuazione.